Alcuni degli autori della diffamazione avvenuta tramite internet ai danni della campionessa di nuoto sincronizzato Linda Cerruti, ora, hanno un volto. La Polizia di Stato, infatti, ha identificato e denunciato alle Autorità nelle ultime ore 12 soggetti. Ma cos’era successo di preciso? Facciamo qualche passo indietro, nei mesi estivi dell’anno scorso.
Linda Cerruti e i commenti sessisti sui social: ‘È vergognoso’
I post diffamatori contro Linda Cerruti al rientro dagli europei
Nel mese di agosto 2023, la campionessa Linda Cerruti era di rientro dagli europei di nuoto sincronizzato dove aveva fatto la sua figura, conquistando ben otto medaglie. Per festeggiare insieme ai suoi amici e fan, aveva deciso di postare sui social una foto in cui compariva in costume da bagno, in una classica posa del nuoto sincronizzato, nel mentre esibiva fiera le sue 8 medaglie conquistate nelle trascorse competizioni. Ovviamente, la foto aveva fatto il botto, con tanto di like e commenti di ogni sorta. Purtroppo, però tra questi c’erano anche degli insulti, ed affermazioni ”palesemente diffamatorie, sessiste” che l’atleta, molto amareggiata dai commenti, aveva deciso di denunciare ivolgendosi alla Polizia postale di Savona. La foto in questione, per chi non lo ricordasse, era stata scattata sul molo di Noli (Sv). Così, la Polizia si era messa subito al lavoro per cercare di rintracciare gli autori di quei commenti.
Le indagini delle Polizia di Stato
Le indagini, condotte anche dagli esperti del Centro operativo per la sicurezza cibernetica di Genova, e coordinate dalla Procura della Repubblica di Savona, con il supporto del Servizio Polizia postale di Roma, hanno fatto il loro corso, permettendo di identificare 12 utenti della rete, ritenuti autori dei commenti diffamatori più condivisi. Tra questi ci sarebbe anche un impiegato romano 50enne, un operaio veneto, due pensionati che risultano residenti in Lombardia, un dipendente pubblico 40enne del Friuli Venezia Giulia ed un trentenne, residente in Sardegna.
Scovati i 12 internauti: denunciati
Alla fine, grazie alla partecipazione dei Centri operativi per la sicurezza cibernetica della Polizia postale della Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lazio, Umbria e Sardegna, sei internauti sono stati destinatari di una perquisizione informatica delegata dalla Procura di Savona, mentre gli altri sei sono stati convocati presso i Centri operativi della propria città e dovranno rispondere del reato di diffamazione aggravata.