Sull’omicidio di Leonardo Muratovic, il pugile 25enne di Aprilia ucciso la notte tra sabato e domenica ad Anzio, si sta cercando di fare luce per scoprire chi abbia sferrato il colpo mortale.
Il giovane, che era andato alla Bodeguita Beach con la fidanzata e altri amici, aveva iniziato lì una discussione con un gruppo di persone, ben presto trasformata in una vera e propria rissa.
L’omicidio
Leonardo era stato “invitato” a uscire fuori dal locale. E lo aveva fatto. La rissa era proseguita sul marciapiede: il giovane pugile non sapeva che, uscendo, sarebbe andato incontro alla morte.
Uno dei suoi rivali, infatti, dopo averlo fatto allontanare dalla Bodeguita, al culmine della lite lo ha colpito con il fendente mortale.
Il ragazzo si è trascinato in strada, fin davanti alla gelateria Biolée, in quel momento chiusa. Lì si è accasciato in una pozza di sangue. Tutto intorno si notano i segni di quello che è accaduto: pezzi di staccionata e vasi a terra, sedute ribaltate. E il sangue di Leonardo.
il 25enne, soccorso dai sanitari del 118, è stato trasportato in ospedale, ma la ferita inferta sul torace aveva colpito organi vitali e per lui non c’è stato nulla da fare.
Le indagini
Adesso i locali teatro dell’omicidio sono stati posti sotto sequestro, per poter svolgere le indagini. Gli agenti, visto che alla Bodeguita non c’erano le telecamere, hanno acquisito le immagini delle videocamere di sorveglianza del lungomare. I poliziotti hanno ascoltato tutti i testimoni, anche se i racconti hanno presentato alcune incongruenze.
E forse questo ha fatto saltare i nervi al padre di Leonardo, che davanti al Commissariato ha accoltellato due bodyguard. Fahrudin Muratovic ha colpito i due buttafuori, giudicandoli colpevoli di non aver sedato la lite.
“Mio fratello si era avvicinato a Dio: l’hanno attirato in trappola”
«Mio fratello si era convertito e si era avvicinato a Dio», ha dichiarato Daniel Muratovic all’agenzia di stampa. «Era un ragazzo che portava il sorriso anche quando non lo avevamo, quando eravamo tristi – ha proseguito – Era felice, educato. Se serviva una mano aiutava il più debole, che se aveva un euro in tasca lo donava e restava senza».
Daniel descrive il fratello con commozione. «Nel momento più buio Leonardo arrivava portando allegria, era il sole nel buio. Ultimamente mi aveva detto di star meglio, di sentirsi bene, che la sua vita stava migliorando, che aveva iniziato a credere in Dio, che era contento, che si era fidanzato. Lavoricchiava, stava a casa con mamma e papà. Era felice e lo hanno attirato in una trappola».
Daniel infatti afferma che gli amici gli hanno raccontato che Leonardo è stato chiamato per uscire fuori dal locale. Lui si è fidato ed è stato ucciso. «Non volevano problemi all’interno», dichiara il fratello. Adesso saranno gli agenti a verificare
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