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«Lei non sa chi siamo noi, fermi qualcun altro»: i figli del capo di gabinetto di Gualtieri provano a evitare la multa così

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controlli carabinieri

“Lei non sa chi sono io”: la frase tanto cara a Totò non passa mai di moda e, seppur declinata in maniera leggermente diversa, è stata pronunciata l’altro ieri dai figli del capo di gabinetto del sindaco di Roma Roberto Gualtieri, Albino Ruberti, l’uomo che fino a poco tempo prima aveva avuto le stesse mansioni anche con il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. 

Le minacce non tanto velate

I “figlioli”, rispettivamente di 19 e 17 anni, fa sapere l’agenzia di stampa Adnkronos, sono stati fermati venerdì dai Carabinieri in zona Parioli per un normale controllo. I giovani erano insieme ad alcuni amici a bordo della vettura di Albino Ruberti, che si trovava parcheggiata a bordo strada. Ma quando i Carabinieri hanno, come da prassi, richiesto i documenti ai ragazzi, i due fratelli hanno reagito male, rispondendo che, dal momento che il loro padre ricopriva un ruolo importante al Comune di Roma e prima aveva ricoperto u ruolo ancora più prestigioso in Regione, i militari avrebbero dovuto controllare qualcun altro e non loro, altrimenti li avrebbero fatti trasferire.

Ovviamente i carabinieri non si sono preoccupati di quanto affermato dai due giovani e hanno proseguito con il loro lavoro di identificazione, scoprendo così che solo due settimane prima il più grande dei due aveva già fatto una cosa simile. Un episodio analogo era infatti accaduto durante un controllo avvenuto a piazza Euclide.

Il precedente analogo 15 giorni prima

Anche quella volta i Carabinieri stavano facendo il loro dovere, controllando un nutrito gruppo di ragazzi che si erano radunati in strada, una cinquantina, invitandoli inoltre a indossare le mascherine e a mantenere il distanziamento. Ma tra loro c’erano sei giovani che non volevano ascoltare i “consigli” dei militari, peri quali i Carabinieri avevano quindi iniziato a prendere i dati anagrafici per elevare i verbali come da prassi. Tra loro c’era anche il figlio di Albino Ruberti che, pur non facendo specifico riferimento al nome del padre, avrebbe detto ai militari di aver ‘beccato’ la persona sbagliata, dicendo loro di non saper lavorare e che comunque presto non lo avrebbero fatto più. Ovviamente anche in quel caso i Carabinieri non si sono scomposti e il ragazzo è stato multato: sanzione che, ha fatto sapere successivamente il padre, è stata pagata. E, sempre il padre, ha fatto sapere di aver aspramente rimproverato entrambi i figli, invitandoli ad avere rispetto per i carabinieri e per tutte le forze dell’ordine in generale oltre, ovviamente e a non ricadere più in atteggiamenti simili.

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