Bollette di luce e gas troppo care, talmente alte da non riuscire a far quadrare i bilanci. Le uscite, a causa di quelle fatture, ormai superavano le entrate, nonostante gli aumenti continui di tutti i prodotti. E così il supermercato Sigma di viale Francia, a Torvaianica, ha deciso di chiudere. Cosa c’è di strano? Ormai sono tantissime le attività che, sull’orlo del fallimento o ormai in bancarotta, hanno scelto di abbassare le serrande. La diversità sta nella decisione presa dal titolare del supermercato. La sua non è una chiusura definitiva, ma una pausa.
Supermercato in stand bye
Il titolare ha deciso di chiudere il supermercato per il periodo in cui avrebbe consumato più corrente, sia perché – a causa del buio anticipato – avrebbe dovuto tenere maggiormente la luce accesa, sia perché avrebbe dovuto tenere accesi gli ormai temutissimi condizionatori. E gli incassi invernali, contrariamente a quelli estivi, quando a Torvaianica arrivano i turisti, non sarebbero stati sufficienti a bilanciare le spese. Da qui la drastica decisione di chiudere, contrariamente a quanto succedeva gli anni precedenti. Privando così i residenti di un servizio. Quello, infatti, è l’unico supermercato “di marca” della zona. A Torvaianica centro ci sono poi due discount, ma, se si cercano altri prodotti, occorre spostarsi di alcuni chilometri. E quindi prendere l’auto.
Ma il supermercato di viale Francia non è l’unico negozio che in questi giorni sta chiudendo a causa della crisi e delle bollette stratosferiche. Anche la rivendita di casalinghi, detersivi e giocattoli di piazza Italia sta seguendo lo stesso destino, solo che in maniera definitiva. E le lamentele arrivano da numerosi commercianti della zona, a partire dai panifici, che con i loro forni elettrici – obbligatori – ricevono ogni mese bollette esorbitanti. “Non riesco a pagarle – ci confida un commerciante – sono stratosferiche: rispetto all’anno scorso sono triplicate, se non addirittura quadruplicate. Come si possono pagare 5 mila euro di luce al mese, vendendo il pane a 4 euro al chilo? Come li pago i dipendenti?”
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