Case dei papà, un anno dopo. Seppur in ritardo qualcosa sembra muoversi per le tre Case dei papà separati di Via Scipione l’Africano a Latina. Come è noto, due appartamenti furono occupati abusivamente, subito dopo l’ultimazione dei lavori finanziati dalla Regione Lazio – per un importo pari a circa 220mila euro -, prima della loro ‘liberazione’ avvenuta sette mesi più tardi (per impedire nuove “visite indesiderate” furono installate anche delle inferriate – foto)
Ieri, quindi, in Comune, l’atto per arrivare finalmente ad una risoluzione. Il Commissario Prefettizio ha infatti messo nero su bianco i criteri per la formazione di una graduatoria dei beneficiari, specificando che si tratta di «un progetto sperimentale ed innovativo per il Comune di Latina e che, pertanto, l’Amministrazione Comunale, al termine del periodo di sperimentazione e di sistematico monitoraggio, provvederà alla stesura di un testo normativo che disciplini la materia».
Case dei papà a Latina: i criteri per presentare la domanda e le condizioni del bando
Per adesso i criteri per essere ammessi al progetto sono:
- Essere residenti a Latina da prima della sentenza di separazione o della morte del coniuge;
- Essere padri di almeno un figlio minore affidato all’altro coniuge;
- Essere in regola con il versamento delle quote di mantenimento di figli e moglie;
- Non avere sospensioni o decadimenti della potestà genitoriale;
- Non avere provvedimenti del Tribunale che vietano il diritto di visita ai propri figli;
- Avere un indicatore ISEE non superiore a 16400 euro;
- Essere in possesso di reddito annuo netto sufficiente a far fronte al proprio mantenimento e al versamento del contributo previsto;
- Non avere procedimenti penali. Esclusi coloro che nel nucleo familiare presentano diritti di proprietà (tranne se dichiarati inagibili) o risultano assegnatari di un alloggio di edilizia residenziale pubblica.
I Servizi Sociali, ora che sono noti i criteri, provvederanno ora a pubblicare un avviso pubblico per i beneficiari del servizio.
I beneficiari intraprenderanno un percorso di accompagnamento finalizzato a uscire dalla situazione di emergenza e al ripristino della propria autonomia abitativa. L’ospite è tenuto a mantenere la buona conservazione di mobili e arredi, potrà restare per 12 mesi, prorogabili dai Servizi Sociali e dovrà categoricamente partecipare ai bandi per l’edilizia pubblica. Il papà corrisponderà al Comune un rimborso spese che varia da 0 a 200 euro al mese in base alla fascia ISEE di appartenza.
Massimiliano Gobbi