L’ennesima vittima del bullismo a scuola. L’ennesima, tormentata dai suoi compagni per una ragione che verrebbe da considerare disumana: addirittura sarebbe stata presa di mira perché orfana. Una ragazzina di soli 14 anni che, dopo le torture psicologiche subite, è arrivata a torturarsi anche fisicamente, abbandonandosi del tutto all’autolesionismo.
Bullizzata dai compagni di classe perché orfana
“Ho trovato conforto nella mia amica lametta. Lei non mi fa pensare a tutto il male che subisco” – sono le parole struggenti della ragazza riportate dall’edizione romana di Repubblica. C’è stato bisogno di tanto lavoro, di uno psicologo, e di un diario, dove la 14enne ha scritto quasi integralmente il suo calvario. Una storia atroce, di discriminazione, come vi abbiamo raccontato anche ieri: la vittima di un bullismo da parte dei suoi compagni di classe, che veniva continuamente discriminata e stalkerizzata, indotta a compiere atti di autolesionismo. Una ragazza discriminata sin dal soprannome che le avevano dato: ”Ebola”, come quello del virus mortale che fu scoperto negli anni ’70. E poi, quella chat creata per ‘distruggerla’. È successo in una scuola media di Latina, dove 15 studenti, ora, sono stati indagati per stalking e istigazione al suicidio.
Conseguenze drastiche: autolesionismo
Ma i casi sono tanti sul territorio, e il fenomeno, purtroppo, non è così raro. La psicologa forense di Latina Gabriella Marano ha detto: “Si sono rivolte a me molte famiglie, che hanno scoperto tardi quei tagli sul corpo delle figlie. C’è ormai un filo conduttore tra bullismo e autolesionismo – aggiunge – e i genitori devono capire che quei gesti non sono l’anticamera del suicidio, ma il tentativo delle vittime di sentirsi vive. Il dolore mentale a differenza di quello fisico è ingestibile e viene così trasportato sul corpo”. La ragazzina di Latina, dopo la perdita familiare del padre e della madre, non è riuscita quindi a trovare supporto, aiuto ed empatia da parte dei suoi compagni di classe.
Le parole della 14enne sul diario
Come ha scritto nel suo diario: “Mi bullizzavano soprattutto per la situazione in famiglia, non avendo un padre, volato in cielo giovane, e avendo una madre che stava male. E dopo la morte di mia mamma la cosa è peggiorata”. E così, dopo tanto dolore, ha iniziato a dargli una forma, con quella lametta, forse per poterlo concretizzare, renderlo materiale e gestibile: “Solo in lei trovo conforto. Si, sbaglio, ma almeno in quel momento non penso a nulla”.