E’ drammatica la situazione di una palazzina popolare a Nettuno, dove l’Ater, non pagando le bollette, ha lasciato completamente al buio tutto lo stabile. In una situazione di difficoltà per qualunque persona, a soffrire particolarmente questa situazione sono i residenti con disabilità oppure gli anziani, che hanno la necessità dell’elettricità anzitutto per salvaguardare la propria salute. Nonostante le promesse della Regione Lazio, ugualmente nelle palazzine manca la luce.
Le case Ater al buio
La situazione è inquietante, poiché a Nettuno sarebbero 11 le palazzine rimaste al buio, tutte situate su via Lucania. L’azienda che gestisce gli stabili popolari non ha pagato le bollette, lasciando le scale condominiali di questi spazi completamente al buio. Le testimonianze dei residenti sono drammatiche: “Mia madre ha 82 anni e vive lì con mia sorella disabile. Ho fatto anche una segnalazione all’Urp senza ricevere risposta”.
Se a Nettuno parliamo di 200 persone al buio, nel resto del Lazio si respira un’aria analoga. Ater ha debiti con i propri fornitori dell’energia elettrica, con una cifra che nel 2022 tocca i 3,5 milioni di euro. Eppure su via Lucania, in qualche scala era già stata pagata la luce, nonostante oggi sia ugualmente al buio: “Hanno già pagato per la luce condominiale e hanno pagato anche di più, considerando che qualche anno fa c’era anche un abusivo che si era allacciato a quella linea e che non pagava l’utenza”.
Il debito verso i fornitori di elettricità
Oggi, l’Ater vedrebbe suddiviso così il proprio debito con i fornitori di elettricità sul territorio del Lazio: “deve pagare infatti 250.537 euro ad Acea Energia, 910.606 euro a Bluenergy Group e ben 2,3 milioni di euro a Duferco Energia. Eppure, dalla Regione Lazio l’ex governatore Nicola Zingaretti aveva promesso di prendersi il carico del debito: “Sarà la Regione a farsi carico dei rincari nelle bollette”. La Regione Lazio però ha messo sul tavolo una cifra irrisoria, tanto da non consentire nemmeno aiuti adeguati agli abitanti delle case popolari.
Questa, la fotografia di un’azienda nel pieno collasso finanziario, dove merge che al 31 dicembre 2021 risultano debiti per 51 milioni di euro e una perdita d’esercizio di 2,6 milioni. Nella relazione del dg Luigi Bussi, emerge che “considerate le scarse risorse finanziarie disponibili, risulta alquanto problematico mantenere in condizioni normali il patrimonio immobiliare, che risente dell’impossibilità di effettuare una normale programmazione degli interventi manutentivi, operando solo in emergenza per garantire lo stato in sicurezza degli immobili”.
In tal senso, i revisori dei conti hanno osservato che “la continuità aziendale è fortemente minata dalla sostanziale e patologica impossibilità da parte dell’Azienda di raggiungere l’equilibrio economico e finanziario. Ater non dispone delle risorse finanziarie necessarie per realizzare una delle mission principali, quale la manutenzione del patrimonio immobiliare, sul quale si continua a intervenire solo in casi di estrema e improcrastinabile urgenza”.