Momenti di paura ieri sera, poco dopo le 18:00 a Ladispoli, quando in via del Tritone una donna alla guida della sua auto ha sbandato ed è andata a finire rovinosamente su alcune vetture in sosta, a poca distanza dal ponte che conduce su via Palo Laziale.
Sul posto sono rapidamente intervenuti gli agenti della polizia locale per i rilievi e i sanitari del 118 per prestare soccorso, ma la donna, che si presentava molto agitata, ha aggredito sia gli agenti che una signora che si era incautamente avvicinata. Per calmare la donna sono arrivati in ausilio anche i carabinieri della stazione di Ladispoli.
Il racconto della testimone
“Ieri verso le 18 – racconta una testimone oculare, vittima di uno scatto di violenza della donna – ero al parco con le mie figlie e altre persone. Ad un tratto abbiamo sentito un botto enorme e siamo corsi subito a vedere cosa sia successo. In 30 secondi noi eravamo già là, perché abbiamo solo dovuto attraversare la strada. Abbiamo trovato un’auto che era andata addosso alle macchine parcheggiate e la ragazza alla guida che era già uscita ed era per terra, dal lato passeggero: aveva sangue che le usciva dal naso o dalla bocca. Le ho dato dei fazzoletti umidi per pulirsi, ha perso i sensi un paio di volte. Quando sono arrivati i vigili si è alzata ed è andata verso il negozio di scommesse, ha fatto volare qualche sedia e ha iniziato a inveire contro chiunque. Quando è arrivata anche l’ambulanza, io mi sono avvicinata per dire cosa fosse successo agli agenti della polizia locale. Nel frattempo si sentivano rumori molto forti dall’interno dell’ambulanza: la ragazza lanciava gli oggetti e dava calci. Ad un certo punto è uscita dall’ambulanza, è venuta contro di me è mi ha detto: ” Che c**o ti guardi, eh, che è uno spettacolo qua?” e mi ha tirato un calcio sul ginocchio, testimoni anche i vigili. Mi sono spaventata tantissimo, perché chissà cosa altro avrebbe potuto fare”.
“Dallo sguardo e dal comportamento penso che bene non doveva stare, forse aveva preso qualcosa, per avere tutta questa aggressività – prosegue il racconto – Io ho chiamato i carabinieri che si sono recati sul posto e ho raccontato l’accaduto perché ero spaventata. Dopo mi sono allontanata, perché non era un luogo sicuro per le mie figlie, ma i miei vicini mi hanno detto che probabilmente le hanno dato un calmante. Il mio avvocato contatterà la municipale per avere dettagli o nome della persona: e mi aspetto come minimo delle scuse quando si riprende. Durante tutta la scena non si riusciva a trovare un documento della ragazza per identificarla e gli agenti hanno dovuto cercare molto”.
(Foto di Luigi Cicillini)