Durante la sua ora di lezione, il professore di religione del Liceo Righi avrebbe esternato considerazioni sull’aborto. Pensieri forti, dettati da una concezione della vita secondo i canoni cattolici, ma che ugualmente hanno gettato nella furia i Collettivi della scuola e alcuni colleghi. Il docente, infatti, avrebbe detto durante un suo discorso come “l’aborto è un omicidio”.
L’ira dei Collettivi al Liceo Righi
A dare addosso al docente, che ha fatto volutamente una dichiarazione “politicamente scorretta”, è anzitutto arrivata la dichiarazione politica del Collettivo Ludus su Repubblica: “È molto grave: un’affermazione del genere è deleteria e deviante per gli e le adolescenti”. Il professore di religione avrebbe difeso la sua posizione sulla questione durante la sua ora di didattica, riferendosi sulla questione con queste parole: “L’aborto è un omicidio e se lo neghi, neghi un fatto”. Una condizione che avrebbe aperto una polemica all’interno della struttura scolastica di via Campania, in un episodio che è arrivato anche sulle pagine dei giornali.
La dichiarazione anti-aborto del prof di religione
Il docente si sarebbe lasciato andare a queste considerazioni la scorsa settimane, in un polverone di polemiche che sarebbe arrivato ai giornalisti solo nella giornata di oggi. Chi contesta le parole del professore, oggi lascia intendere come “non sia una persona adeguata all’insegnamento”, sottolineando come quelle posizioni cattoliche possono essere “travianti verso le giovani generazioni”. Al di là dell’orientamento sulla faccenda, è indubbio che nuovamente la cattedra diventa sede di proselitismo politico, in una tematica come l’aborto che invece andrebbe sviscerata all’interno di conferenze culturali con relatori che offrono più punti di vista sulla questione etica.
La Preside della scuola difende il docente
Sempre su Repubblica, la professoressa Cinzia Giacomobono (Preside del Liceo Righi) spiega la posizione della sua scuola davanti la polemica innescata: “I ragazzi stavano svolgendo l’ora di religione cattolica – spiega – che è prevista nella scuola pubblica o privata. Non è ‘storia delle religioni’ o ‘filosofia’. Il docente di religione è un prete e pertanto ha espresso il punto di vista della chiesa cattolica. Perché le studentesse dovrebbero sentirsi delle assassine? È una visione della vita, condivisibile o meno”.
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