L’influenza australiana fa paura, ed è boom di contagi in Italia. Sul tema, infatti, Massimo Galli, già direttore del reparto di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, ha dichiarato di recente ai microfoni di Adnkronos: “Siamo di fronte alla peggiore stagione influenzale, come numero di casi, vista almeno dal 2009. Con la circolazione ancora presente di Sar-Cov-2 il peso per il sistema sanitario, in questo momento, è notevole. Complessivamente non è una bella situazione”. Secondo l’esperto, al momento, saremmo arrivati “probabilmente al picco”, ma nonostante ciò, avverte: ”vale ancora la pena vaccinarsi”.
Influenza australiana: ”Vale ancora la pena vaccinarsi”
Poi, sempre interrogato sull’argomento, aggiunge: “Certo l’immunizzazione in questo momento – continua Galli – è un po’ come chiudere la stalla quando sono scappati i buoi. La campagna vaccinale doveva essere anticipata un mese e mezzo fa. Purtroppo la politica si è occupata della politica, ma pochissimo della salute. Abbiamo sentito parlare di vaccinazione con grandissimo di ritardo”. Dunque, una cosa resta chiara: l’invito a vaccinarsi. Anche perché ”la stagione influenzale dura, con diverse variazioni stagionali, da metà novembre a inizio marzo. Circolano diversi ceppi: l’influenza B di solito arriva più tardi e spesso è cattivella anche lei, quindi immunizzarsi resta utile“. Tra i ceppi circolati, spiega l’esperto, “ce ne sono due principali di influenza A (H1n1 e un H3n2) e ci sono anche quelli dell’influenza B che è tutto un altro virus, ‘parente’ ma diverso, che di solito dà segno di sé un po’ più tardi. Una vaccinazione tetravalente o trivalente che sia, copre anche per l’influenza B”, conclude l’esperto.
(In copertina: foto Ig di @acquasassovivo)