Emerge il testimone chiave nell’incidente del 18 gennaio che ha ucciso Emanuele Lenzoni. A parlare è l’autista di un autobus della Tpl che si è ritrovato sulla scena ed è riuscito ad inchiodare il 60enne di Mentana, conducente del bus turistico che avrebbe travolto Emanuele. “Ho dovuto chiamare io il 118, il conducente del pullman era fermo vicino al suo mezzo, a cinquanta metri di distanza dal corpo dello scooterista, già esanime in mezzo alla carreggiata. Allora gli sono andato incontro e gli ho chiesto:’Hai già chiamato i soccorsi?’ E lui mi ha risposto di no. Dopo un po’ se n’è andato“, queste sono le parole agghiaccianti riportate dal Messaggero che potano a galla un’ulteriore verità sulla morte di Emanuele.
Leggi anche: Roma, paura in via Casilina: ancora un bus Atac a fuoco (FOTO)
Il conducente del bus turistico era già inscritto nel registro degli indagati per l’omicidio stradale di Emanuele Lenzoni, morto lunedì 18 gennaio sulla Tiburtina. L’omissione di soccorso è però un aggravante nell’incidente, ed è emerso grazie alla testimonianza coraggiosa di un autista presente sul posto. Emanuele lascia la moglie e due gemellini di quattro anni, forse le cose potevano andare diversamente, per il momento però la verità sta venendo fuori.