Il tragico incidente di Fonte Nuova non può essere espresso con le parole: una tragedia indicibile, inesprimibile e sulla quale solamente un rispettoso silenzio può rendere giustizia al dramma. Perché la morte è un gorgo muto, perché la morte esige silenzio e rispetto, tutto il resto è un vuoto mormorio lasciato ai vivi, a chi ha visto la tragedia solamente da lontano, per fortuna. Un silenzio necessario e dovuto che, però, che non deve tradursi in stasi, perché da questa viene dapprima l’indifferenza e poi, successivamente, anche l’oblio, il vuoto della memoria. Se è successo una volta, piò accadere ancora, e non averne memoria, non parlarne, significa aumentare la possibilità che possa verificarsi ancora.
Incidente a Fonte Nuova: sulla stessa strada, morirono altri 5 ragazzi nel 2007
Il dramma indicibile dell’incidente a Fonte Nuova: 5 vite spezzate
Per questo bisogna parlarne, bisogna farlo, perché il diritto di cronaca è protetto dalla costituzione, perché bisogna essere informati e sapere che le strade in Italia continuano ad uccidere, ogni anno, soprattutto i giovanissimi, così che si possano prendere delle misure, che si possa in qualche modo limitare sempre di più il ripetersi di ciò. Perché le morti passate non siano state vane. 5 ragazzi sono morti di recente sulla strada, e al di là delle cause, resta il fatto. I giudizi di valore stanno a zero, così come i moralismi e tutto il resto. 5 giovani vite spezzate mentre facevano quello che fanno tutti i ragazzi, ovvero andare ad una festa di compleanno, divertirsi e stare insieme agli amici.
Il dolore e la sofferenza, anche a distanza di anni
Il dramma dell’evento, poi, non ha colpito solamente le famiglie coinvolte, ma è stato capace di ridestare anche alcuni fantasmi del passato, come accaduto nel caso di J.P., un utente Facebook che attraverso un post pubblico pubblicato nelle scorse ore ha voluto esprimere il suo dolore, a distanza di anni, per una perdita simile, un incidente fatale che non ha lasciato scampo a suo fratello, nell’ormai lontano 2007. Una ferita che continua a far male dopo 16 anni. Il suo dolore, poi, si mescola con la rabbia per tutti coloro che dall’alto delle loro tastiere decidono di far calare i loro giudizi senza sensibilità, senza ritegno, solamente per parlare, solamente per dar fiato alle tastiere. In questo caso, quando si tratta di giudizi di valore senza senso, allora sì, bisogna tacere, bisogna aver rispetto, perché una tragedia del genere può accadere ad ognuno di noi, e finché non accade, non si potrà mai immaginare il dolore pulsante e martellante che non cessa con gli anni. In questo caso sì, c’è bisogno di un assoluto e rispettoso silenzio. Vi riportiamo le sue parole, con la speranza che tutti quei lettori che abbiano avuto un giudizio simile, possano ripensarci, e non ripetere più l’errore.
”Abbiate rispetto di fronte alla morte”
”Adesso due parole le voglio dire anche io, in qualità di sorella che a distanza di quasi 16 anni ancora piange suo fratello morto anche lui con altri 4 amici nel 2007. Mi viene il vomito a leggere quanti leoni da tastiera sono bravi a scrivere che se erano figli loro non li avrebbero fatti uscire. Che a 17 anni non si va a ballare, non si esce e non si rientra dopo una certa ora. Immagino tutti genitori perfetti, i miei complimenti. Vi basate su ciò che scrivono i giornali per sparare a zero perché non avete un cavolo da fare, senza capire che il mestiere del giornalista questo fa, guadagnano sulla notizia peraltro la prima notizia che non è sempre corrispondente al vero e noi pecore paesane, tutti pronti a giudicare i ragazzi e ancor più i genitori che non avete la più pallida idea di quanto già non si sentano abbastanza in colpa e non hanno certo bisogno di leggere i vostri giudizi disinteressati solo per il gusto di mostrarsi migliori. Ve lo dico io cosa si prova, è come se vi strappassero il cuore dal petto ogni giorno, ogni santissimo giorno, ogni ora e la maledizione del ricordo durerà per sempre.
Quindi mi rivolgo a voi, esseri perfetti che avete la fortuna di non esserci passati. Imparate a tacere, che è il gesto d’onore più grande che si possa fare in questi casi. E non vi dico neanche di mettervi nei panni di questi genitori, perché non si augura a nessuno neanche solo l’immaginare di poterci passare, TACETE!!!!!! Rispettate il dolore, non importa da dove venivano, dove erano andati, se erano lucidi o drogati, se correvano, se avevano bevuto. Dico io, ma che ca**o ve ne frega????? Sono morti. PUNTO. Abbiate rispetto di fronte la morte, visto che giudicando queste situazioni non avete rispetto per i vivi, per chi purtroppo resta a soffrire e lo farà per sempre. Detto ciò, sono vicina a queste famiglie più di quanto possano immaginare”.
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