Roma. Un dolore impossibile da soffocare, inibire o trattenere. Soprattutto ora che un dubbio lancinante sta insidiando gli animi dei genitori di Leonardo, Paola e Stefano, una madre ed un padre ancora increduli di fronte alla tragedia stradale che ha visto la morte del figlio. «Il dosso dove è caduto Leonardo è stato nascosto. Il video che mostra i lavori fatti nel cuore della notte qualche ora dopo la morte di nostro figlio non lascia dubbi». Poi, subito dopo, un’altra domanda attanaglia i genitori: perché dopo l’incidente l’area non è stata sequestrata? Pensieri che mischiano con la rabbia e il dolore, e i dubbi. E ancora: Perché non hanno continuato a tenere chiusa la careggiata al traffico, com’è stato fatto all’inizio?
L’incidente mortale a corso Francia e il video depositato in Procura
Le strade dissestate sono ovunque a Roma, ed è impensabile che debbano essere le morti di giovani ragazzi ad allarmare sul loro cattivo status. Come si legge su Il Corriere della Sera, è proprio questo il punto su cui batte l’avvocato dei genitori di Leonardo, Antonio De Fazi: «Il video che abbiamo depositato in Procura è un documento che lascia pietrificati. Le strade di questa città devono finire di distruggere le vite dei nostri figli».
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Lavori notturni subito dopo l’incidente di Leonardo
Il video a cui il legale fa riferimento è quello consegnato nelle ultime ore in Procura: un documento in cui si vedono i lavori notturni svolti su quella strada poche ore dopo l’incidente di Leonardo, assieme alle foto dello stato della strada prima dell’incidente in cui Leonardo ha perso la vita. Prove importanti, che hanno imposto al pm Attilio Pisano di aprire l’inchiesta per omicidio stradale mirata ad accertare se la causa dell’incidente mortale sia stato proprio il dosso su quella strada maledetta. Un dosso sulla careggiata di corso Francia all’altezza del civico 159, direzione centro.
Il dosso “trampolino”
Ed è proprio l’avvocato Antonio De Fazi a parlare di testimonianza relativa al momento dell’incidente. Le parole del testimone sono state verbalizzate e riferiscono di un dosso che avrebbe fatto da trampolino per la moto del ragazzo. Ma sono diversi i residenti della zona che riferiscono di persone che hanno rischiato di cadere e fare incidenti esattamente nello stesso punto. “Ci sono tre diversi punti di impatto a 20 metri di distanza l’uno dall’altro”, rivela il legale, che ieri è tornato sul luogo dell’incidente insieme ai periti di parte Fabrizio Ceramponi e Francesco Di Gennaro per effettuare un sopralluogo insieme ai genitori del 20enne.
Quella strada maledetta dove morirono anche Gaia e Camilla
Un passo di strada maledetto. Perché proprio qualche metro prima, a notte del 19 dicembre del 2019 erano state investite e uccise Gaia e Camilla. Due giovani ragazze, tra l’altro amiche strette di Leonardo. Soprattutto Camilla, con la quale il 19enne aveva cenato la sera della tragedia. Quel dosso che avrebbe causato l’incidente di Leonardo secondo i legali, è spuntato alla fine dei lavori fatti in seguito all’apertura della voragine che si era spalancata all’improvviso su corso Francia il pomeriggio del 27 marzo.
Le domande ancora aperte sul caso e le prove
Il dubbio di chi ora sta studiando il caso è che il dissesto della careggiata, quel dosso in particolare, abbia provocato la perdita di controllo della moto guidata da Leonardo, provocandone l’incidente e la morte. Alcune circostanze, poi, non fanno altro che spingere la tesi in questo senso: come ad esempio il fatto che Leonardo sia caduto all’improvviso dal veicolo, senza che alcuna macchina o moto che gli fosse accanto in quel momento. Poi, l’assenza di una frenata. E, infine, l’andamento sostenuto del giovane, testimoniato da chi si trovava sul posto, ma che dovrà comunque essere accertato dalle indagini. Rimane il fatto indiscutibile che una ditta è intervenuta quella notte per sistemare la strada, ma perché?