La Procura di Roma si è rivolta a dei super consulenti per determinare con la massima precisione a che velocità andasse la Lamborghini Urus guidata da Matteo Di Pietro e che il 14 giugno scorso ha travolto la Smart in cui si trovava il piccolo Manuel. Quel giorno, in via di Macchia Saponara, lo youtuber pare avesse ecceduto con la velocità, e soprattutto per questo si sarebbe verificato l’incidente.
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Gli accertamenti dei consulenti di casa Lamborghini
I magistrati, al fine di fare chiarezza nel modo più preciso possibile, hanno pensato di rivolgersi direttamente a professionisti della Lamborghini, che ha prodotto l’auto su cui viaggiavano gli youtuber. I consulenti procederanno con l’analisi della centralina. Questa restituirà dati fondamentali al fine di accertare le responsabilità di Di Pietro. La velocità d’impatto e quella immediatamente precedente allo scontro con la Smart. Tecnicamente la questione è questa. Se la Lamborghini viaggiava sopra i 70 km orari allora l’accusa rimane quella di omicidio stradale. Se invece era inferiore si tratterebbe di omicidio colposo. Il nodo è fondamentale dal punto di vista giuridico. Gli accertamenti verranno eseguiti da Lucio Pinchera, consulente della Procura, Mario Scipione, esperto della famiglia della vittima e da Francesco Di Gennaro, perito dell’indagato. Questi tra ingegneri si avvarranno di ulteriori esperti inviati da Lamborghini in quanto l’auto è complessa e si cerca di abbassare al minimo il margine di errore. Poi attenderemo trenta giorni per le risultanze.
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Il nodo sulla precedenza
C’è inoltre la criticità inerente la precedenza. La dinamica dell’impatto non è affatto chiara come qualcuno pensa. E c’è un altro tema su cui fare luce, ovvero la questione su chi avesse diritto alla precedenza. Il pm Fabrizio Tucci, titolare dell’inchiesta, dovrà capire se la donna al volante della Smart avrebbe dovuto o meno rispettare la destra. Anche se l’accusa su cui verte il magistrato è improntata primariamente sulla velocità della Urus. Al momento secondo i togati e secondo l’ordinanza di custodia cautelare rimane la presunzione di 124 km orari.