Doveva essere la notte della Roma, di Mourinho, del secondo trofeo Europeo consecutivo dopo la Conference portata a casa lo scorso anno. Ma così non è stato. La specialista di questa competizione, il Siviglia, con ben sei coppe vinte alla vigilia di questa finale contro i giallorossi (che salgono così a sette), si è confermata tale e ha superato la squadra dello special one. Si tratta di un successo che vale molto più di una stagione considerando che gli spagnoli, che quest’anno non hanno fatto benissimo nella Liga, ottengono anche un pass per la prossima Champions League. Grande delusione in casa Roma dopo la sconfitta ai rigori. La Roma esce a testa alta, ma con le lacrime in tasca.
Dall’autogol ai rigori sbagliati
La Roma ha sciupato tanto: un autogol, reti sfiorate e soprattutto i rigori sbagliati: la finale è andata al Siviglia, che per la settima volta non sbaglia l’appuntamento più importante. La partita era iniziata benissimo, con il gol di Dybala. Ma Mancini, con il suo autogol, ha gelato i giallorossi. La partita si è sbilanciata, il Siviglia ha preso coraggio. Poi l’arbitro ci ha messo del suo, con errori e sviste. I giallorossi ci hanno provato, ma neanche ai supplementari la fortuna ha arriso ai romanisti. I cori dei tifosi li hanno sostenuti sempre.
Ai rigori la Roma è andata praticamente senza rigoristi. E senza Mourinho, sceso negli spogliatoi, per non assistere alla parte finale delle gara. Ma la Roma ha sbagliato due rigori su tre. Mentre il Siviglia non ha sbagliato un colpo. Anzi, l’unico che ha sbagliato è stato tirato nuovamente, visto che, secondo il Var, Rui Patricio si era mosso prima. E poi l’esultanza dei tifosi del Siviglia e le lacrime dei giallorossi. Quelli sul campo e quelli sugli spalti. Che hanno comunque applaudito i loro campioni.