Uno degli episodi più duri da digerire. Mentre l’Italia intera insiste nel politicizzare il Reddito di Cittadinanza, la cronaca ci restituisce il quadro della realtà. Delle persone che vivono nel mondo reale, che ogni giorno senza abbattersi accettano condizioni da fame. E di morte, in certi casi. Come questo; una intera famiglia nel rietino sterminata, non è sopravvissuto nessuno. Papà e due figli; Franco Colle, Anna e Claudio. I tre, per fame e mancanza di lavoro, hanno accettato il nero. Quel lavoro nero che affligge il Paese, mentre a qualcuno fa comodo raccontare menzogne sulla gente stravaccata sui divani che non vuole lavorare. Franco, Anna e Claudio hanno accettato di lavorare per un delinquente. Un miserabile che ha chiesto loro, dietro compenso, di eseguire un lavoro pericolosissimo dentro la loro casa privata. Senza strumenti adeguati, senza formazione, senza alcuna informazione sui pericoli connessi a ciò che gli stava chiedendo. Franco, Anna e Claudio non ci sono più. Dovevano confezionare fuochi d’artificio e petardi per mangiare. Il 21 luglio scorso l’esplosione nella loro casa di Borgorose. Franco è morto sul colpo. I suoi ragazzi, di 32 e 23 anni, se ne sono andati nei giorni successivi, mentre i medici facevano di tutto per strapparli alla morte.
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Una intera famiglia assunta in nero. Dovevano fabbricare petardi senza alcuna preparazione
Questa famiglia è morta perché qualcuno le ha messo in mano materiale esplodente, affidandole sostanze pericolosissime, senza alcun supporto e formazione. Senza tutele e senza diritti. E ora sono morti tutti, nessuno è sopravvissuto. I Pm incaricati del caso hanno scoperto che chi aveva commissionato loro il lavoro lo aveva fatto per guadagnarci il più possibile, infischiandosene dei rischi. Ora questa persona, che ha un volto, un nome e un cognome, è indagata dalla Procura per sfruttamento del lavoro e per aver provocato la morte come conseguenza di altro delitto. Franco Colle, il capofamiglia, aveva 52 anni ed è deceduto immediatamente. I suoi figli sono morti nei giorni successivi, uno dopo l’altro. Troppo gravi le loro condizioni. La prima ad andarsene è stata Anna, 32 anni, al Gemelli di Roma, a poche ore di distanza da padre. Poi è toccato a Claudio, un ragazzo di solo 23 anni con tutta la vita davanti. Al Sant’Eugenio hanno fatto di tutto per salvarlo. Claudio però non ce l’ha fatta, dopo sei giorni di agonia è spirato anche lui.
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Il reddito di cittadinanza salva la vita della gente
Queste persone stavano attraversando una fase delicata della loro vita. Nonostante ciò si aiutavano a vicenda. Franco aveva perso il lavoro e nessuno lo assumeva più. A 52 anni sei fuori dal mercato del lavoro. I ragazzi davano una mano con lavori saltuari. Claudio falciava l’erba nelle campagne, tornava stravolto a casa, con le mani distrutte. Anna era l’unica con un diploma e anche lei dava una mano come poteva. Alla fine per disperazione hanno accettato di confezionare fuochi pirici. Erano ricattabili, manipolabili. Li hanno presi per fame. E così hanno accettato, pur di avere una entrata economica, la proposta di una ditta della zona, gestita da un miserabile senza ritegno. Un uomo senza alcuna dignità che voleva risparmiare su tutto, sicurezza, tasse, salute. Se ne è fregato della vita di questa gente, per quattro soldi in più. Ieri il Pubblico Ministero Pierluigi Cipolla ha autorizzato la sepoltura dei corpi. Il fascicolo però è afferente a Rieti, nelle mani del dottor Rocco Maruotti che sta cercando di far luce su un dramma che ha sconvolto l’intera comunità rietina. Nella casa della famiglia Colle i Vigili del Fuoco, nel frattempo, hanno trovato numerose cassette di fuochi esplosivi. Quattro bombole di gas e una tanica di benzina. Ora la famiglia Colle non c’è più. Chissà se qualcuno oserà dire, in questo caso, che chi necessita di sussidi per campare passa la vita sul divano di casa. Ecco a cosa serviva il Reddito di Cittadinanza. A non morire così.