Si può parlare di vera e propria censura quello che sta avvenendo al Liceo “Edoardo Amaldi” di Tor Bella Monaca, dove il giornale studentesco “Scomodo” è stato sospeso. Sulla rivista studentesca si sarebbe espresso a maggioranza il Consiglio d’Istituto, che avrebbe ritenuto “inopportuno parlare di diritto all’aborto” all’interno di quel liceo linguistico e nonostante la tematica debba essere sviscerata dai giovani.
Il liceo Amaldi sospende lo “Scomodo”
Una scelta politica discutibile, comunque la si pensi. Resta però che la libera stampa, soprattutto fatta da giovani ragazzi, almeno oggi in quella scuola vede un pesante e oggettivo bagaglio. L’aborto è un tema divisivo, ma non per questo esule dal non essere affrontato dai giovani: magari proprio dalle pagine di un giornale o attraverso eventi studenteschi. Una decisione, quella del Consiglio d’Istituto, che non è stata accolta di buon grado dai ragazzi che compongono la redazione dello “Scomodo”, che ugualmente hanno volantinato il giornale fuori dagli spazi scolastici pur non avendo i permessi di docenti e Preside.
L’orientamento esoterico dello Scomodo
Dopo la polemica sui temi trattati dallo “Scomodo”, forse politicamente “di parte” ma non per questo meritevoli di bavaglio, sono emersi altri particolari che hanno portato alla momentanea chiusura del giornalino. Infatti, un’altra accusa contro la redazione del giornale studentesca, è quella di una vicinanza al mondo esoterico. In tal senso, sono stati evidenziati dei riferimenti al “666” all’interno dei pezzi scritti dai giovani redattori, in una simbologia che fa riferimento nel “numero del Diavolo”.
La disobbedienza degli studenti
Intanto, dalla redazione dello “Scomodo” arriva lo sdegno per la scelta del Liceo Eduardo Amaldi. Perché, almeno per un giornalista, la libertà di espressione è un diritto che non è contrattabile, specie poi quando un’attività editoriale si batte per avvicinare i ragazzi all’attività del giornalismo e soprattutto allontanarli dal giro della strada. Un motivo, questo, che ha portato i giovani della redazione a un atto di disobbedienza civile, portandoli a volantinare il giornalino davanti l’Istituto nonostante l’assenza di permessi.
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