Le lunghe attese in ospedale, i pazienti sulle barelle, il personale sanitario stremato, spesso vittime di violenze da parte di parenti stanchi ed esasperati che, a volte, usano la violenza per farsi ‘ascoltare’. Non è certo una novità, purtroppo, parlare di infermieri o medici aggrediti, proprio loro che ogni giorno rischiano facendo il proprio lavoro, che resta quello di salvare vite umane. A questa situazione, già di per sé drammatica, se ne aggiunge un’altra: gli ospedali del Lazio sono sempre più in affanno. E questa volta la pandemia non c’entra. Gli ospedali sono al collasso, come spiega il quotidiano La Repubblica, per via del primo freddo e per la mancanza di posti letto e personale. Un quadro già delineato poche settimane fa e denunciato dal Presidente Simeu Lazio, Giulio Maria Ricciuto: a ridosso del ponte del 1 novembre, più di 800 pazienti erano in attesa di un ricovero e oltre 600 di questi aspettavano una destinazione da oltre 24 ore.
Com’è la situazione degli ospedali del Lazio
I giorni cambiano, ma la situazione no. E districarsi tra le corsie degli ospedali, tra una barella e un paziente bisognoso, sembra quasi un bollettino da guerra. Pochi i medici, pochi i posti letto. Tantissime, invece, le persone, soprattutto anziani fragili, cardiopatici e con problemi respiratori, che hanno bisogno di cure. E che, spesso, restano su una barella per ore. Solo ieri, infatti, ben 59 pazienti erano all’Umberto I e aspettavano un posto da oltre 24 ore, al Sant’Andrea ne erano 42 su 91, al Pertini 42 su 93. E al San Camillo 52 su 95. Numeri dietro ai quali si ‘nascondono’ persone. Un’emergenza nell’emergenza.
Non vuole aspettare al pronto soccorso: aggredisce medici, infermieri e spacca tutto
Domani la manifestazione davanti al Ministero della Salute
Intanto, domani è prevista una manifestazione della Società Italiana di medicina di emergenza e urgenza: il personale sanitario, che ha deciso di aderire alla protesta, si presenterà davanti al Ministero della Salute.