Può la presentazione di un libro produrre solidarietà e beneficenza, oltre che trasmettere valori importanti al pubblico che vi assiste?
La presentazione di “Il figlio del prete e la zammara” sì.
Il libro di Nicola Genovese è stato presentato ieri sera alla “Casa dell’Aviatore”, in viale dell’Università a Roma, davanti a una platea di 160 persone: un pubblico attento, partecipe e coinvolto che si è lasciato incantare dalle parole dell’autore e dalla simpatia del “conduttore”, il Colonnello Francesco Balestrino.
La kermesse è stata organizzata dall’O.N.F.A. Opera Nazionale Figli degli Aviatori, in collaborazione con l’ANCEAO, Associazione Nazionale Club Ex Allievi ONFA. Istituzioni importanti che da decenni aiutano i figli orfani del personale dell’Aeronautica. Ed è a loro, figli e famiglie, che è andata la solidarietà: metà del ricavato dei libri venduti è infatti stato devoluto da Nicola Genovese all’O.N.F.A.
La serata si è aperta con l’arrivo inaspettato del figlio di Nicola, il celebre registra e autore Paolo Genovese, che ha ricordato con affetto e un filo di commozione quando, da ragazzino, ha visitato l’istituto Umberto Maddalena a Cadimare (La Spezia) dove era cresciuto suo padre, orfano di un militare dell’Aeronautica. Già, perché Nicola Genovese ha voluto presentare il suo libro alla Casa dell’Aviatore proprio perché anche lui è un “onfino”, ovvero uno di quei ragazzi cresciuti in uno dei collegi dell’O.N.F.A.
“Ricordo – ha detto Paolo Genovese – la bellezza di quel posto, pieno di verde. Un posto che mantengo nel cuore perché ne conosco il valore”.
Prima di dare la parola all’autore un intermezzo musicale dal vivo effettuato da tre bravissimi componenti del coro “Ottava nota” di Colleverde (tenore, pianista e trombettista) ha intrattenuto e incantato gli ospiti.
“Ho scelto delle canzoni, come “Nessun dorma”, che secondo me introducono bene il senso di questo libro”, ha spiegato il Colonnello Balestrino, “Vincerò è un po’ il motto del protagonista del romanzo, che ce la mette tutta per realizzare i suoi sogni, sia professionali che personali”.
Salvo, il protagonista del libro, è anche lui orfano e i punti di contatto con l’O.N.F.A. si fanno sempre più numerosi, intrigando il pubblico.
“Nel mio romanzo – ha dichiarato Nicola Genovese – ho voluto tramettere l’importanza di dare valore a chi ci aiuta nei momenti di difficoltà(in questo caso Don Marco, ndr), ma anche ai valori della famiglia, all’importanza di costruire giorno per giorno la propria vita e il proprio futuro, impegnandosi al massimo, senza dare nulla per scontato, lottando per ottenere quello che si vuole, come facevamo noi, quando eravamo giovani. Ed è ai giovani di adesso che mi rivolgo: ho scritto questo libro anche per voi, per farmi capire come l’impegno e il sacrificio siano importanti non solo per raggiungere i propri obiettivi, ma anche per apprezzarne in pieno il conseguimento”.
“Il figlio del prete e la zammara” è un libro che non si può essere riassunto in poche parole: va letto per cogliere la delicatezza con cui sono stati trattati argomenti come l’amicizia, l’amore, la famiglia, ma anche la solitudine, la paura, la voglia di riuscire. Salvo, diventato orfano a 14 anni dopo essere stato abbandonato dalla madre a soli 3 anni, viene “adottato” da Don Marco, il prete del paese in cui vive. Riesce a diplomarsi e, sognando di diventare architetto, si trasferisce a Milano per frequentare l’università. Lì conosce una ragazza: bella, ricca e contornata da amici “snob”. Troppo di tutto, per essere alla portata di Salvo. Eppure…
Ma “Il figlio del prete e la zammara” non è solo una vicenda d’amore: le disavventure e le tragedie non mancano, rendendo la storia simile a quella della vita di tante persone, anche se ambientata in un’epoca diversa. Parliamo della metà del secolo scorso, nel dopoguerra, in quegli anni in cui la voglia di ricostruire primeggiava e dava alito e forza all’Italia e agli italiani.
La serata, proceduta tra le battute del Colonnello Balestrino, i racconti e gli aneddoti di Nicola Genovese (ne raccontiamo uno: alle presentazioni avvenute a Sciacca e al Circeo gli ospiti erano convinti che il prete fosse il reale padre di Salvo e hanno commentato “Eh, Nicola, sapesse anche qui, i preti…!”) e la lettura di due brani del libro, ha visto la presenza del Presidente dell’O.N.F.A., il Generale Paolo Magro, che ha illustrato i punti cardine dell’Ente e i suoi progetti futuri.
“Non aiutiamo più solo i ragazzi, ma anche le famiglie e lo facciamo in vari modi. Al momento l’80% dei dipendenti dell’Aeronautica sono iscritti: il mio obiettivo è arrivare al 100%”.
Tantissime le copie – tutte rigorosamente autografate – vendute.
“Sono felice di questa serata – ha concluso Nicola Genovese – perché ha unito il mio passato con il mio presente, attraverso i valori in cui credo, la famiglia, l’amicizia, la lealtà, tutti riportati anche nel mio romanzo”.