La Cassazione emette sentenza: il clan Casamonica è mafia. L’accusa di 416bis è stata confermata dai giudici della seconda sezione penale. La condanna più alta è di 30 anni per Domenico Casamonica, ai vertici del clan romano.
I Casamonica sono un clan mafioso. È il parere dei giudici della Cassazione che hanno confermato l’accusa di 416bis nel maxiprocesso che ha visto oltre 30 imputati. Hanno impugnato i ricorsi, ma i giudici della seconda sezione penale hanno confermato l’impianto accusatorio e accolto invece il ricorso della procura generale. C’è, tra le accuse, anche l’aggravante di associazione armata per alcuni elementi di spicco del clan. Per loro è previsto un appello bis che servirà a rimodulare la pena.
Domenico Casamonica condannato a 30 anni per mafia
La condanna più aspra riguarda Domenico Casamonica, ai vertici del clan romano. La prima sentenza sul clan Casamonica risale al 20 settembre 2021, con cui scattarono 44 condanne per un totale di oltre 400 anni di carcere. Quella definitiva arriva però dopo le operazioni dei carabinieri del Comando provinciale di Roma nell’ambito dell’indagine “Gramignà”, coordinata dal magistrato Michele Prestipino e dai sostituti procuratori Giovanni Musarò e Stefano Luciani. La sentenza del 2021 permise di configurare e identificare l’esistenza di un’attività criminale strutturata, impegnata nello spaccio di stupefacenti, con modalità tipiche delle associazioni mafiose. Fu confermato inoltre l’esistenza di reati di stampo mafioso, che poi sono state confermate dall’ultima sentenza dei giudici della Corte di appello di Roma.
Estorsioni, usura e traffico di stupefacenti: tutti i crimini del clan Casamonica per la giustizia italiana
Tra i crimini che si evincono dalla sentenza dei giudici della Corte di Appello di Roma, i Casamonica sarebbero tacciati di usura, estorsioni, esercizio abusivo del credito, traffico di stupefacenti grazie a un “indiscusso prestigio criminale nel panorama delinquenziale romano”. Loro roccaforte mafiosa il quadrante Sud-Est di Roma, verso l’Appio Tuscolana, con base operativa a Porta Furba.
Una rete criminale dove ogni membro faceva parte e collaborava a una fitta rete di interessi malavitosi, protetto dal clan ma soprattutto dal potere che il prestigioso della famiglia Casamonica che esercitava sulle vittime, consapevoli della nomea nella Capitale.