E se da qualche settimana il Green Pass in Italia è diventato obbligatorio per ‘partecipare’ alla vita sociale – tra non poche polemiche e proteste in piazza – e dal 1 settembre il documento entrerà in vigore e si estenderà anche agli ambienti scolastici e ai mezzi di trasporto a lunga percorrenza, il certificato verde continua a stare al centro di dibattiti tutti aperti, che a quanto pare non stanno facendo altro che alimentare la confusione. Da giorni, infatti, non si fa che parlare della questione delle mense aziendali, con il chiarimento che è arrivato proprio dal Governo: il Green Pass servirà, sarà obbligatorio per i lavoratori che hanno intenzione di pranzare sul posto di lavoro. Nessuna differenza, dunque, con quanto accade già dal 6 agosto scorso con i ristoranti al chiuso. Ma è proprio su questo punto che Federico Visentin, Presidente di Federmeccanica, all’Ansa ha dichiarato: “Il dibattito sul green pass per le mense crea confusione, porta fuori strada”.
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Green Pass o tampone al lavoro oppure niente stipendio
La soluzione per Visentin è semplice: deve esserci l’obbligo del green pass in tutti gli ambienti di lavoro. E non solo nelle mense aziendali. “Nessun obbligo di vaccino ma costi dei tamponi a carico dei lavoratori. E chi non accetta resta a casa senza stipendio” – ha spiegato il Presidente di Federmeccanica, che sta chiedendo a gran voce al Governo di prendere una posizione chiara, una di quelle che “non lasci dubbi”.