Il granchio blu invade i mari d’Italia, recando numerosi danni agli habitat marini della nostra costa. Per sopperire al problema, i pescatori hanno iniziato la caccia di questi particolari crostacei tropicali, giunti da ormai più di un anno all’interno delle acque italiani. Al momento, la pesca non è regolamentata, conseguendo anche la vendita di questi animali come abusiva.
Il mercato nero attorno al granchio blu
I maggiori chef italiani di pesce, già si sbizzarriscono con le ricette per cucinare questo particolare crostaceo alieno ai nostri mari. Lo fanno principalmente per un motivo: non vedere la sparizione di gamberi, telline e vongole nei nostri mari, considerato come questa specie aliena si è inserita in cima alla catena alimentare interna agli habitat marini italiani, in una condizione sinonimo di disastro economico e culinario per il nostro Paese.
La vendita del granchio blu sulle coste laziali
Nonostante una legge che ne regolarizzi la pesca, il granchio blu è già rintracciabile sul mercato nero. Come avevamo scritto pochi giorni fa sul nostro giornale, il crostaceo vedrebbe già un ampia vendita, seppur abusiva, lungo tutta la costa pontina. Qui, gli ambulanti sono arrivati a vedere questo tipo di prodotto anche sulle spiagge locali, in barba alle più elementari regole d’igiene per il mantenimento degli alimenti.
Il granchio blu e le ricette per cucinarlo
Dannosissimo per l’ecosistema marino, essendo un crostaceo caraibico, ma anche delizioso da degustare in pietanze. I grandi cuochi di pesce romani e pontini, per provare a dare il loro apporto al contenimento del granchio blu, hanno già inserito l’animale all’interno delle loro ricette a base di pescato. La specie acquatica, se ben cucinata, ben si presta ai piatti della tradizione marinara del Litorale laziale, lasciando anche soddisfatte tutte quelle persone che ne hanno assaggiato il sapore e soprattutto il ruolo all’interno delle nostre pietanze.