E’ allarme granchio blu nel Lazio e in particolare a Sabaudia. Nel lago di Paola si è infatti formata una colonia di crostacei che di fatto stanno devastando l’ecosistema e mettono a rischio anche la salute delle persone.
Granchio blu, il crostaceo che fa paura approda sulla costa pontina: ecco dove è stato trovato
Granchio blu, allarme al lago di Paola
Il granchio blu sta terrorizzando le spiagge di tutta Italia, da Nord a Sud e arriva ora anche sul litorale laziale. L’ultimo allarme riguarda Sabaudia e in particolare il lago di Paola. Qui i ‘feroci’ crostacei stanno mangiando tutto: dai pesci alle ostriche, passando per il plancton e ora rischiano di esser pericolosi anche per i canoisti. “Biologi marini stanno analizzando il fenomeno – ha spiegato Anna Scalfati, proprietaria del lago – ed hanno decretato l’allarme rosso. Sui fondali si sono stanziati centinaia di granchi e le femmine continuano a deporre migliaia di uova. Nessuna istituzione sta ponendosi il problema che rischia di essere devastante per l’intero ecosistema”.
Vietata la pesca
Proprio per ovviare al problema della carenza di pesci, divorati dal granchio blu, la Forestale sta multando i pescatori che avevano iniziato la pesca per rivendere gli esemplari ai ristoranti. Già, perché nei ristoranti di pesce la curiosità da granchio blu sta innescando un vero e proprio mercato nero a peso d’oro. I clienti chiedono sempre più la specialità del granchio killer che è tra i più prelibati al mondo.
E’ allarme granchio blu non solo nel Lazio
“Dopo aver chiesto lo stato di calamità il 24 luglio di quest’anno l’8 agosto ho scritto al Governo perché dichiari lo stato di emergenza nazionale”. Lo ha detto il Presidente del Veneto Luca Zaia sulla proliferazione nociva del cosiddetto granchio blu. “Non siamo preoccupati, siamo preoccupatissimi – ha detto Zaia -. I dati sono inquietanti, quelli relativi alla raccolta nel 2019 nella nostra laguna era di 87 chili, nel 2022 ne abbiamo pescati 10mila chili. Parliamo di un granchio che vive dai tre a quattro anni con una maturità sessuale tra i 12 i 18 mesi e poi le femmine fanno dai 2 agli 8 milioni di uova”.
“La nostra laguna diventa una incubatrice di una bomba esplosiva – ha sottolineato – ho l’impressione che ancora non ci si sia fatta l’idea della portata di questo di questa catastrofe per le nostre vongole e la nostra identità alimentare”. “Ci sono quintali di vongole che non esistono più, restano solo i gusci – ha rilevato – per un danno ad un’economia che conta 1.400 addetti di una decina di cooperative. Possiamo mettere le nasse e portarli via ma per me è come svuotare un mare con un cucchiaio”. “Non c’è solo il veneziano – ha concluso Zaia – c’è tutto il Friuli Venezia Giulia e il ravennate: questa specie aliena rischia di cambiare l’ecosistema ma anche la nostra identità produttiva”.
