Sembra un comune crostaceo, invece è letteralmente un danno per l’ecosistema. Il granchio blu sta terrorizzando le spiagge di tutta Italia, da Nord a Sud e arriva ora anche sul litorale laziale. L’ultimo avvistamento ieri, venerdì 11 agosto, a Terracina, sul lido di Ponente. I bagnini hanno rinvenuto ieri sul lungomare Circe un esemplare del crostaceo di cui si sta parlando tantissime in queste settimane, provvedendo subito a rimuoverlo. L’animale, per quanto sembri innocuo, in realtà rappresenta una vera e propria minaccia: in grandi quantità, può compromettere sia l’economia locale, sia la biodiversità marina. Allarme quindi degli enti locali sulla presenza del granchio blu sulle coste di Sabaudia, Circeo e Terracina.
Registrata presenza del granchio blu al Circeo
L’allarme arriva innanzitutto dal parco Nazionale del Circeo, dove la specie “aliena” è stata già rinvenuta. Le guardie ambientali Vigiles Fipsas hanno poi stilato un rapporto sulla presenza dell’animale, registrando delle segnalazioni lungo il Portatore e il Diversivo Linea Pio VI, sempre a Terracina.
Cos’è il granchio blu?
Il Callinectes sapidus, noto anche come granchio reale o granchio blu, è una specie alloctona delle nostre acque. La sua presenza tra le acque marine italiane sta minacciando l’intero ecosistema del Mediterraneo in quanto, essendo una specie vorace, preda le specie ittiche autoctone. Tra queste figurano soprattutto telline, vongole e cozze. Inoltre, avendo delle chele potenti, arreca danni alle attrezzature da pesca. La presenza di questa particolare specie rappresenta, dunque, sia un pericolo per l’economia della pesca sia un rischio di tipo ambientale.
Il granchio blu si è ormai diffuso in tutto il Mediterraneo, dove può agire praticamente indisturbato in quanto non vi è alcun predatore che possa contrastarlo se non l’uomo attraverso la pesca. L’unico sistema, quindi, per provare a contenere la crescita esponenziale dei granchi blu è quello della cattura.
Allarme granchio blu in Veneto. Zaia: “Chiesto stato di emergenza nazionale”
Mentre qui si contano ancora pochi esemplari, in Veneto si può parlare di una vera e propria invasione, tanto che il presidente della Regione Zaia ha chiesto lo stato di calamità il 24 luglio, mentre l’8 agosto ha scritto al Governo perché dichiari lo stato di emergenza nazionale.
“Siamo preoccupatissimi”, ha detto Zaia, “I dati sono inquietanti”. Nel 2019 la laguna contava 87 chili, nel 2022 si è passati addirittura a 10mila chili. Uno tsunami di granchi che ha come vita media tre-quattro anni, con una maturità sessuale tra i 12 i 18 mesi, con le femmine che fanno dai 2 agli 8 milioni di uova. Il presidente della Regione Veneto ha poi sottolineato che la situazione potrebbe spargersi a macchia d’olio anche nei territori vicini, come il Friuli Venezia Giulia e il ravennate, col rischio di cambiare l’ecosistema ma anche il pescato.