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Giulio Regeni, l’ex ambasciatore italiano in Egitto: “Sul corpo evidenti segni di torture”

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Maurizio Massari, ex ambasciatore italiano in Egitto

Il diplomatico è comparso davanti alla Corte d’Assise di Roma, svelando nuovi dettagli sul ricercatore.

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Giulio Regeni, l’ex ambasciatore italiano in Egitto: “Sul corpo evidenti segni di torture” – corrieredellacittà.com

 

Giulio Regeni era “attenzionato” da tempo per le sue ricerche in terra egiziana. Emergono nuovi dettagli sul caso del dottorando italiano scomparso e ritrovato morto al Cairo. A far trapelare nuovi tasselli di questa vicenda diplomatica è stato questa mattina Maurizio Massari, l’ex ambasciatore in Egitto, comparso davanti alla Corte d’Assise di Roma, durante il processo a carico di quattro 007 egiziani per la morte di Giulio Regeni.

L’ex ambasciatore in Egitto: “Sul corpo di Regeni evidenti segni di torture”

Nessun mistero, inoltre, sul fatto che Giulio Regeni abbia subito delle violenze inaudite in Egitto. La conferma arriva anche in questo caso dal racconto dell’ex ambasciatore in Egitto, che ha raccontato in aula di quando si recò in obitorio e scorse “fratture e tagli” sul corpo del ricercatore italiano. “Mi recai personalmente nell’obitorio dove era tenuto il corpo di Giulio”, ha raccontato Massari, “Erano evidenti segni di torture, dei colpi ricevuti su tutto il corpo con ematomi e segni di fratture e tagli”.

Regeni era controllato per le sue ricerche

Secondo quanto emerso inoltre oggi in udienza, Giulio Regeni sarebbe finito in quei mesi sotto la lente delle autorità egiziane, allarmate dai contenuti delle sue ricerche. Un altro elemento che è emerso chiaramente durante la deposizione dell’ex ambasciatore italiano in Egitto. Massari ha raccontato di aver contattato persone della società egiziana dopo la scomparsa di Regeni, legate alla tutela dei diritti umani.

Furono loro a raccontare della ricerca che Regeni stava svolgendo sui venditori ambulanti, un tema per cui era “attenzionato da tempo”, tanto da essere stato anche fotografato. “Legavano la sparizione all’attività di ricerca di Giulio”, ha spiegato Massari, “Tutto induceva a ritenere che Giulio fosse stato in qualche modo fermato dalle autorità egiziane, che ci fosse qualcosa legato alla sua attività di ricerca che poteva aver dato fastidio”, ha aggiunto il diplomatico, permettendo di proseguire le indagini sulla morte del giovane.

Diversi italiani scomparsi in Egitto, per poi essere ritrovati

I giudici della Corte d’Assise, a chiusura dell’udienza, hanno dato il via libera all’acquisizione degli atti della Commissione parlamentare di inchiesta. Bisognerà considerare, tra le testimonianze, anche gli episodi con cui l’ex ambasciatore ha posto l’attenzione sulle sparizioni di diversi connazionali in Egitto, risolti a pochi giorni di distanza. “Venivano ritrovati dopo alcuni giorni” – ha aggiunto – “Ricordo per esempio un ingegnere che svolgeva al Cairo attività di ricerca e un giorno venne arrestato perché si era spinto in una zona militare. Poi venne rilasciato”.  Casi che potrebbero fornire una nuova pista sulla morte di Giulio Regeni.

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