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Giulio Regeni, Consulta chiamata a pronunciarsi sull’assenza degli imputati

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Giulio Regeni

Avrebbero dovuto metterci la faccia i 4 imputati del sequestro di Giulio Regeni,  il ricercatore italiano sequestrato, torturato e ucciso in Egitto nel 2016. Il 20 settembre, però, la Corte Costituzionale stabilirà se il processo andrà avanti con o senza gli 007 accusati a vario titolo di sequestro di persona pluriaggravato, lesioni aggravate e concorso in omicidio aggravato.

Non è stato possibile fino a ora rintracciare i 4 imputati, ma la Consulta ha stabilito che terrà comunque l’udienza a settembre. La trattazione della questione sollevata dal Tribunale di Roma sarà affrontata perciò in aula, volente o nolente l’Egitto.

L’ostruzionismo dell’Egitto: silenzio sugli 007

A maggio 2023 il gup di Roma, Roberto Ranazzi, aveva accolto la richiesta del procuratore capo, Francesco Lo Voi, e dell’aggiunto Sergio Colaiocco di inviare gli atti alla Consulta. La decisione è stata ritenuta necessaria per permettere al processo di andare avanti e superare il “pantano” giudiziario dovuto alla mancanza di collaborazione delle autorità egiziane.

L’Egitto non si è dimostrato collaborativo nel fornire dettagli utili a rintracciare i 4 imputati. Indirizzi, recapiti, nulla di tutto ciò è stato depositato alla Procura di Roma per favorire una svolta nelle indagini. Il Governo egiziano però conoscerebbe nomi e cognomi degli 007, tacciandosi così di ostruzionismo e ostacolando la macchina della giustizia. 

Un processo appeso alle mezze verità egiziane

L’atteggiamento dell’Egitto mina non solo il corso della giustizia, ma rivela anche una condotta antidemocratica, che complica ancora di più i rapporti diplomatici tra l’Italia e il Cairo.  Secondo  il giudice per l’udienza preliminare di Roma, Roberto Ranazzi, in questo modo l’Egitto favorirebbe infatti una condizione di “immunità non riconosciuta”, condizionando la giurisdizione italiana e la possibilità di esercizio della giustizia in Italia. Una situazione di stallo che ha visto costretto il magistrato a rinviare gli atti alla Corte Costituzionale perché stabilisca di procedere, o meno, anche in assenza degli imputati. 

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