Ciò che viene fuori dal racconto di Davide, l’amico del cuore di Pietro, il giovane che una settimana fa ha investito e ucciso le 16enni Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli è il dipinto di un ragazzo distrutto dal dolore per quello che è successo.
Davide, studente di Economia, era su quella macchina, accanto a Pietro. E ha raccontato quello che è accaduto a Veronica Cursi de il Messaggero.
“Quelle due ragazze sono sbucate all’improvviso, correvano mano nella mano. Mi creda, era impossibile evitarle. Pioveva, era buio, ma ricordo perfettamente cos’è successo: ho visto due sagome apparire dal nulla e poi il corpo di una di loro rimbalzare sopra il cofano – racconta Davide – Eravamo appena andati via da una cena a casa di amici al Fleming dove avevamo festeggiato il ritorno di un amico dall’Erasmus. Avevamo bevuto qualche bicchiere di vino, niente di più. Era da poco passata la mezzanotte e avevamo imboccato Corso Francia per andare verso il Treebar al Flaminio. Pietro guidava, io ero seduto accanto a lui e dietro di noi, sul sedile posteriore, c’era un altro nostro amico che al momento dell’incidente però stava mandando un messaggio con il cellulare e dice di non aver visto nulla“.
Davide non sa a che velocità andassero, ma è sicuro che non stessero correndo, perché “su Corso Francia era appena scattato il semaforo verde e l’auto era ripartita da poco”.
I ricordi di quella notte sono nitidi e indelebili nella mente dello studente. “Mentre passavamo davanti a una macchina che aveva rallentato alla nostra destra sono sbucate due sagome. Correvano. Credo volessero scavalcare il guardrail per raggiungere l’altro lato della strada. Ricordo di aver sentito un botto tremendo. E di aver visto una di loro sopra il cofano dell’auto – racconta Davide alla giornalista de Il Messaggero – È successo tutto in una frazione di secondo. Il tempo di renderci conto di quello che era successo e accostare l’auto sulla destra, poco prima della rampa. Non potevamo inchiodare in mezzo alla strada. Dall’incidente al momento in cui ci siamo fermati saranno passati 5-10 secondi”.
Sono solo pochi secondi, ma bastano per far sì che le giovani investite siano già morte. I ragazzi scendono dalla macchina. Davide si avvicina a una delle due, prova a sentire il battito, vede che la ragazza non si muove. “Le macchine continuavano a camminare, ricordo di aver visto una, forse due macchine investirle di nuovo”, racconta Davide.
Le analisi riportano un tasso alcolemico di 1,4: Pietro era ubriaco? “Aveva bevuto un paio di bicchieri di vino, ma non era ubriaco o drogato: nessuno quella sera aveva fumato canne“.
Davide ha saputo dell’arresto di Pietro attraverso un messaggio che l’amico gli ha inviato prima di andare in Questura. “Poi più nulla, sono in contatto con la famiglia. Pietro sta malissimo, piange tutto il giorno, siamo molto preoccupati per lui”.
Quanto accaduto ha spezzato la vita delle due ragazze, ma anche cambiato la vita di Pietro e dei due giovani che erano con lui in macchina.
“Ci penso tutti i giorni – conclude Davide alludendo all’ipotesi di andare a trovare le famiglie di Gaia e Camilla – ma cosa potrei dirgli? Mi dispiace per quello che è successo? Sono distrutto? Da quella sera, io, Pietro ed Edoardo non dormiamo più, non mangiamo più. Ma siamo vivi. Quando me la sentirò la prima cosa che voglio fare è portare una corona di fiori a Corso Francia. Gaia e Camilla avevano solo pochi anni meno di me. È un dramma per tutti”.