Carabinieri scoprono una signora che fingeva di essere disoccupata al fine di percepire il Reddito di Cittadinanza a Latina.
Ennesima truffa per percepire il Reddito di Cittadinanza in Italia, con un fatto scoperto dai Carabinieri nel quadrante di Latina Scalo. A finire all’interno dello scandalo una donna italiana di 39 anni, che aveva rilasciato dichiarazioni false all’Inps per percepire in passato il famoso sussidio governativo. Per avere i soldi, avrebbe in più occasioni dichiarato di essere disoccupata.
Finge di essere disoccupata per percepire il Reddito di Cittadinanza a Latina
Una storia di truffe allo Stato come tante ne abbiamo raccontate su Il Corriere della Città. La donna infatti non era assolutamente disoccupata come andava asserendo all’Inps, ma bensì una lavoratrice presso un’azienda con sede nella località di Latina Scalo. Le bugie della signora 39enne non finivano qui, considerato come anche la sua residenza non si trovava all’interno del Comune di Latina, ma bensì in un’altra città italiana.
Le indagini dei Carabinieri sulla truffa
A scovare la truffa ai danni delle casse pubbliche è stato il corpo dei Carabinieri. Attraverso un’approfondita indagine sui database delle forze dell’ordine italiane e quello di riferimento ad altri enti fiscali, si è scoperta tutta la verità sulla signora grazie a un incrocio delle informazioni. La donna è risultata aver percepito, per diverso tempo, indebitamente il Reddito di Cittadinanza con queste false autocertificazioni.
La denuncia ai danni della truffatrice
I Carabinieri hanno denunciato la donna, evidenziando come le dichiarazioni della stessa signora, al fine di percepire il Reddito di Cittadinanza, risultavano incomplete o addirittura composte da dichiarazioni completamente prive di veridicità. La donna infatti non possedeva i requisiti per richiedere l’aiuto governativo, tantomeno poi condizioni che ne giustificassero la percezione per diversi mesi ininterrottamente. Oltretutto, alla signora è stata individuata una forma di reddito fisso percepito, che derivava proprio dal lavoro che svolgeva all’interno di un’azienda situata nel capoluogo pontino. Signora che, al contrario, aveva confermato di non avere entrate agli enti di previdenza sociale.