Avevano formato un’organizzazione in cui ognuno aveva compiti ben precisi. E il fatto che due di loro fossero i titolari di un minimarket situato proprio al centro di Formia, vicino alle scuole e all’ospedale facilitava di molto l’acquisizione della clientela. Ma l’operazione messa a punto da Polizia e Guardia di Finanza ha messo fine ai loschi traffici dei 14 componenti della banda che gestiva lo spaccio di sostanze stupefacenti a Formia e nei Comuni limitrofi.
Gli arresti all’alba
Questa mattina all’alba circa 50 uomini, tra poliziotti e agenti delle fiamme gialle, su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, hanno arrestato 14 persone. 12 sono state condotte in carcere, mentre 2 agli arresti domiciliari. Le accuse sono, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, cessione e detenzione ai fini di spaccio, tentato omicidio, sequestro di persona a scopo di estorsione, estorsione, detenzione e porto abusivo di armi comuni da sparo.
Le indagini
Le indagini sono iniziate nel periodo 2019-2020 dal Commissariato e dalle Fiamme Gialle del Gruppo di Formia. Grazie a queste sono stati raccolti elementi necessari a comprendere l’esistenza di una strutturata e pericolosa organizzazione criminale, attiva nel comune di Formia.
L’indagine è iniziata con due arresti in flagranza di reato eseguiti separatamente dal Commissariato PS e dai Finanzieri di Formia nel 2019. I protagonisti erano un uomo campano, sorpreso mentre cedeva una dose di cocaina al suo “cliente” e un uomo, risultato successivamente come uno dei promotori dell’organizzazione, che aveva con sé 116g di cocaina e 16.000euro in contanti.
Approfondimenti
Sono iniziati così i vari approfondimenti investigativi sulla vicenda. Questi hanno permessi di ricostruire, dettagliatamente, i rapporti tra i vari indagati così da capire tutto ciò che si muoveva alle loro spalle. Le verifiche sono state particolarmente attente a tutti i minimi dettagli. Si è potuto così scoprire, in maniera decisa, come si muoveva l’associazione a delinquere. Sono stati individuati i compiti di ognuno e il loro singolo ruolo. Il gruppo malavitoso indagato, caratterizzato da un marcato spessore criminale, era in grado di trattare, in brevissimo tempo, l’acquisto e la successiva rivendita sul mercato locale di ingenti quantitativi di droga. Non mancavano atti di violenza dal carattere tipico mafioso.
I rifornimenti delle zone del Sud Pontino
I rifornimenti nelle zone del Sud Pontino avvenivano circa due/tre volte alla settimana alimentando la fiorente piazza di spaccio di Formia ma anche diversi Comuni limitrofi.
La peculiarità e la pericolosità sociale dell’indagine era data anche dal fatto che due dei principali soggetti promotori dell’organizzazione criminale, erano titolari di un minimarket ubicato al centro della città pontina e nei pressi di alcuni Istituti scolastici, dell’Ospedale Dono Svizzero, del locale S.E.R.T. e non molto lontano dai luoghi della movida formiana frequentata da giovani che pertanto diventavano potenziali clienti.
I risultati delle indagini
Grazie alle investigazioni fatte dai militari, si sono potuti constatare tutti i movimenti e gli atteggiamenti dell’organizzazione criminale. Studiata nei minimi dettagli, andava avanti senza limiti o freni. Le sostanze stupefacenti venivano custodite in appositi luoghi dedicati solo alla loro preparazione. La droga veniva poi venduta ai tossicodipendenti, diventati ormai loro clienti di fiducia.
Il tentato omicidio
Sono stati poi confermati alcuni casi di sequestro di persona a scopo di estorsione. C’è stato poi un tentato omicidio ai danni di uno dei membri per un debito di circa 31.000euro. Più precisamente, il gruppo criminale investigato aveva condotto la vittima nei pressi di un lago. Una volta arrivati sul posto gli hanno legato mani e collo con una fune, minacciandolo di gettarlo in acqua. Il tutto era stato documentato tramite social. A vedere la diretta, la compagna della vittima.