Guerra tra ambulanti al centro di Roma, con tanto di estorsioni e aggressioni fisiche tra i venditori abusivi. A Fontana di Trevi la concorrenza sleale tra vu cumprà finisce al centro di un’inchiesta della Questura di Roma, rivelando i retroscena dell’abusivismo commerciale della Capitale.
Un “mini cartello” di ambulanti tentava di dominare sugli altri venditori: prima intimorendoli poi, qualora i venditori si fossero opposti alle minacce, procedendo con tentativi di estorsione e infine con la violenza fisica. Tre le misure cautelari disposte dal gip nei confronti dei venditori di origine bengalese, con accuse che vanno dalle lesioni all’estorsione.
Aggressioni tra ambulanti a Fontana di Trevi: minacciati e picchiati dai concorrenti
I fatti risalgono allo scorso gennaio, ma sono diversi gli episodi che vedono protagonisti gli ambulanti di Fontana di Trevi, sottoposti a un clima di terrore e costretti a sporgere denuncia per tutelarsi. Secondo quanto emerso dalle carte, alcuni venditori ambulanti sarebbero stati assaliti da dei concorrenti perché operavano nella stessa zona, vendendo borse a via delle Muratte.
I rivali avrebbero quindi tentato in modo aggressivo di far spostare i venditori di zona. Quando uno di loro però si è rifiutato, è stato violentemente aggredito a suon di calci e pugni dagli ambulanti concorrenti in via delle Vergini, a pochi metri dal Teatro Quirino. Un’escalation di violenza anticipata anche da un tentativo di aggressione a bordo marciapiede, quando uno dei due aggressori aveva infranto una bottiglia di vetro e per colpire il concorrente.
Pizzo tra i venditori: “Paga 20 euro due volte alla settimana o qui non puoi stare”
Per scoraggiare i venditori, inoltre i due aggressori di origine bengalese li avrebbero costretti anche a pagare il pizzo di 20 euro due volte alla settimana. Pena le botte: questa la sorte di un venditore il 9 gennaio, quando non ha potuto assecondare le richieste. Un ambulante bengalese ha raccontato persino di essere stato picchiato e colpito da un altro venditore, che ha tentato di accecarlo con la punta di un ombrello: col rischio di perdere la vista, all’ospedale Oftalmico gli sono stati diagnosticati 15 giorni di prognosi.
Tre misure cautelari per i ricattatori bengalesi
Per risalirei ai malfattori, la Questura ha utilizzato le telecamere di sorveglianza davanti al Teatro Quirino. In questo modo è stato possibile riconoscere gli aggressori e comprendere meglio le dinamiche della rissa. Il gip ha perciò disposto tre misure cautelari per i venditori bengalesi accusati dei fatti: gli arresti domiciliari per il venditore responsabile dell’aggressione, mentre gli altri due sono sottoposti a divieto di avvicinamento alle vittime e anche all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.