“Nella mia testa c’è sempre stata l’idea di fare un’esperienza all’estero, non sapevo quando e come”. Alessandro Florenzi ricostruisce a Skysport24 la decisione dell’ultima sessione del calciomercato di lasciare la Roma per andare in prestito al Valencia.
“E’ arrivata la possibilità a gennaio dopo aver parlato con mister Fonseca delle sue idee – ammette il 29enne jolly, ex capitano giallorosso – Insieme abbiamo deciso di prendere questa decisione che faceva del bene a tutti. Mi sono anche sentito di chiamare il ct della Nazionale (Mancini, ndr), che è stato aperto: mi ha detto che non importava dove andassi a giocare ma che giocassi”.
LA POSSIBILITÀ DI TORNARE ALLA ROMA
Florenzi non scarta a priori l’idea di non tornare a Trigoria: “Non so se questa sia una parentesi o meno. Questo virus mi ha insegnato una cosa: sono un ragazzo che nella vita ha sempre fatto progetti, ora invece vivo giorno per giorno, godendomi quello che ho, vivendo qui e ora. Non posso dire cosa farò l’anno prossimo: ora penso a concludere, se si potrà, la stagione nel migliore dei modi, poi si vedrà, senza ansie”. Di lui si è sempre detto che è un jolly, ma anche da terzino si sente in grado di dare il meglio: “Quando si è visto il miglior Florenzi? Quando sto in campo felice, con la testa libera – prosegue l’ex Crotone – Da terzino mi vedo molto bene in una squadra che vuole giocare a calcio, se invece c’è un allenatore che in un determinato ruolo vuole uno di un metro e ottanta che non si muova e non proponga gioco, allora questo ruolo non fa per me… Mi trovo molto bene in un calcio offensivo, le mie qualità si possono vedere dalla centrocampo in su. Nel riassumere, Florenzi sta bene quando sta in campo”. La sua carriera, fin qui, l’ha più che soddisfatto: “Ogni bambino ha un cassetto con dentro dei sogni, io finora li ho esauditi quasi tutti. Volevo giocare a pallone, nella città della squadra che tifavo, di cui volevo diventare un giocatore importante e il capitano. E poi giocare in Nazionale, segnare gol per queste squadre e disputare la Champions League. Mi manca vincere qualcosa di importante con il club e la Nazionale e giocare il Mondiale”. Dalla Roma Florenzi, legatissimo a Nicolò Zaniolo (“L’ho preso sotto la mia ala protettiva, gli voglio un gran bene”), è andato via perché, nonostante la fascia di capitano, non trovava più granché spazio: “Come capitani, nessuno sarà mai come Totti e De Rossi, da qui a quando esisterà la Roma… Da loro ho imparato che la Roma viene sempre prima di tutto ed io ho messo la Roma davanti a me, continuandomi ad allenare a mille all’ora senza dire una parola, rispettando sempre le persone e i ruoli. Il mister in questo è stato molto chiaro, secondo me Fonseca è uno dei più grandi allenatori che ho avuto, calcisticamente parlando. Il problema è che ci può stare che io non gli piaccia in quel determinato ruolo. Detto questo, ho un gran rapporto con lui, mi ha detto che non sapeva quanto spazio ancora avrei trovato sino alla fine della stagione. Per me – conclude Florenzi – lasciare Trigoria e le anime che vi sono dentro è stata una botta”.
Ammesso di aver avvertito che una piccola parte dei tifosi giallorossi gli aveva un po’ voltato le spalle (“Ma immagino e credo che nella mia carriera non troverò mai tifosi belli come quelli della Roma”), Florenzi svela di aver detto no all’Inter: “Ho rifiutato anche altre squadre italiane importanti (la Juventus, ndr). L’ultima è stata l’Inter, nel momento in cui dovevo rinnovare con la Roma. Ho rifiutato un’offerta molto importante ma in quel momento ho deciso di continuare con la Roma pur non avendo lo stesso ritorno economico. Qualcuno mi ha detto che avrei dovuto scegliere con la testa anziché del cuore, ma è stata una scelta emozionale che rifarei…”. Infine, sul desiderio di De Rossi di diventare allenatore: “Secondo me diventerà fortissimo, ha proprio le qualità per farlo, non solo calcistiche ma umane. Ha personalità e grande dialettica, sa parlare a un gruppo e in varie lingue. Saprà fare un grande percorso anche da tecnico”.
(ITALPRESS).