Fiumicino. Era venuto a Roma per una vacanza, presumibilmente, un viaggio nella città eterna senza badare a spese, data la caratura dei suoi possedimenti: uno sceicco miliardario del Kuwai, un uomo d’affari il cui reddito è cosa sconosciuta ai comuni mortali. Certo, avrà rimpolpato per bene le casse dei nostri servizi, ma di certo non si aspettava quell’ultimo souvenir dall’Italia. Il giorno in cui sono accaduti i fatti era il 15 maggio scorso, presso l’aeroporto di Fiumicino.
Ricco bottino ai danni di uno sceicco del Kuwait
Il ricco uomo d’affari era giunto qualche giorno prima a Roma, ed aveva trascorso delle piacevoli giornate insieme alla sua famiglia, tra le bellezze e le attrazioni della Capitale. In totale la moglie, quattro figli e una montagna di bagagli che avrà pur dovuto portare. Come conferma anche Repubblica, oltre 20 valigie firmate, di marca, che il giorno prima della partenza erano già state sistemate davanti al desk dell’imbarco. Era giunto il momento di rientrare nel Kuwait.
Quando arrivano davanti a quel desk, i figli continuano a giocare, come se la vacanza non fosse mai terminata: c’è confusione, e bisognare tirar fuori tutti i documenti per poter partire, senza mai perdere di vista l’orario di partenza e il resto. In quel momento, però, due borseggiatori, tra i 20 e i 30 anni, notano l’allegra famigliola dall’ISEE sconsiderato e decidono di cogliere l’occasione al volo.
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La dinamica del furto all’aeroporto di Fiumicino
Nel frastuono di quel momento, con un gesto rapido, afferrano uno dei bagagli a mano, una valigia di Louis Vuitton con dentro occhiali di marca, due iPad, un paio di iPhone ultimo modello e mille euro in contanti. Ma l’uomo ancora non si è accorto di nulla. Ci vuole ancora qualche minuti per capire quello che è successo. Infine, chiama a polizia di frontiera.
L’intervento della Polaria
Gli agenti di Polizia di Frontiera, Polaria, arrivano immediatamente. Prendono in carico la denuncia, poi si mettono subito al lavoro per il recupero della refurtiva e l’identificazione dei due borseggiatori. Proprio le telecamere di sorveglianza hanno catturato tutta la scenda del borseggio. A quel punto è un gioco da ragazzi identificare i due rapinatori che, tra l’altro, avevano già dei precedenti per medesimi reati.
L’errore fatto dai borseggiatori
Ma c’è di più. Sempre Repubblica conferma che i due borseggiatori sembrerebbero aver fatto anche un altro errore, cioè quello di non spegnere il GPS di uno dei due iPad saccheggiati, e con la funzione ”cerca il mio iPad”, gli agenti riescono a geolocalizzarli in un ristorante via Appia. I due erano seduti a tavola, davanti ad un succulento banchetto, senza badare a spese, che sicuramente avrebbero pagato con i soldi della rapina.
In meno di 24 ore, insomma, gli investigatori della Polaria sono riusciti a recuperare tutta la refurtiva che è stata consegnata all’ambasciata del Kuwait e recapitata al legittimo proprietario direttamente a casa.