Per quel giorno aveva un impegno importantissimo, il più importante della sua vita, ma ha comunque deciso di dedicare alcuni minuti a un altro appuntamento e, vestita di tutto punto e truccata, vi si è recata.
Ma il suo non era un abito qualunque, ma quello da sposa. Carmela, proprio mentre stava per andare a dire “sì” al suo Nicola, nel giorno delle nozze è andata a scuola e, con l’abito bianco e il velo, si ì seduta a una scrivania dell’IISS Ettore Majorana di Martina Franca, in provincia di Taranto, per firmare il contratto di incarico annuale per la docenza come insegnante di Matematica
Sposa a scuola: la foto diventa virale
La scena è stata immortalata in una foto postata su Facebook sul sito della scuola, con questo commento: «Ne abbiamo viste tante nella scuola ma una così mai. Una nuova collega, almeno per quest’anno, doveva firmare l’assegnazione dell’incarico annuale per la disciplina di Matematica, aveva un impegno molto importante ma ha trovato il modo di venire comunque a scuola. Auguri Carmela, sei già entrata nei nostri cuori». Ovviamente ha immediatamente fatto il giro del web: centinaia di persone hanno commentato lo scatto, facendo gli auguri alla sposina sia per il matrimonio che per l’incarico, anche se in molti hanno espresso le loro amare riflessioni sulla condizione del precariato nella scuola. Ecco alcuni commenti: «Nel cuore degli alunni c’è già», «Di sicuro una delle colleghe più eleganti nel giorno della presa di servizio. Tanti auguri a questa collega per entrambe le avventure». Ma ecco quelli che invece riflettono sulla condizione dei precari: «Una foto tristissima che dimostra cosa deve sopportare un precario per poter mantenere il proprio posto di lavoro». «Foto simbolo di come veniamo trattati noi precari. Neppure il giorno del matrimonio possiamo permetterci». «Schiavi di un sistema, quello scolastico, che non ha a cuore la salute e la serenità di chi davvero porta avanti questo sistema. Questa foto è triste!! Questa non è la rappresentazione di qualcosa di bello o ammirevole. Noi precari meriteremmo il triplo del rispetto che abbiamo oggi, e una sposa costretta a prendere servizio il giorno del suo matrimonio ne è la palese e triste prova».