Roma. Un vero e proprio far west andato in scena sul Raccordo anulare della Capitale. Stando alle informazioni trapelate dai rilievi e alle testimonianze di chi si trovava in quel posto, una guardia giurata, a seguito di un inseguimento di un automobilista dopo una concitata discussione, lo avrebbe minacciato con tanto di pistola, facendo deflagrare diversi colpi contro la ruota posteriore destra della vettura. Dunque una lite banale, che avrebbe però innescato un inseguimento e sarebbe culminata con colpi da arma da fuoco in un tratto di strada che migliaia di romani percorrono tutti i giorni. La notizia è stata riportata anche da il Messaggero.
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La sentenza contro il 36enne pistolero
Il fatto, però, non è recente, sarebbe accaduto nel maggio del 2017 e il tribunale monocratico di Roma, ieri mattina, ha condannato l’autore del reato – un romano di 36 anni, A.A. – alla pena di 8 mesi. La vittima della scorribanda è un uomo di 58 anni residente a Ladispoli che in quel momento si trovava al volante della sua vettura, una Peugeot. La guardia giurata, invece, 36 anni, ha utilizzato dopo l’inseguimento una pistola calibro 9. Il conducente di 36 anni, la guardia giurata, ha minacciato la vittima “di un danno grave e ingiusto per la sua incolumità fisica”, come si legge nel capo di imputazione presentato dalla Procura di Roma, e poi ha danneggiato “rendendo almeno in parte inservibile il cerchione posteriore destro dell’autovettura”.