Parte per visitare la Capitale, il tour finisce dietro alle sbarre. Di sicuro G. H., turista ungherese di 40 anni, una parte di questa calda estate l’ha passata al fresco, ma non per le temperature. L’uomo si trovava a Roma per una vacanza, quando è stato arrestato dalla polizia italiana nell’albergo dove si trovava con la sua futura moglie e costretto a trascorrere 13 giorni in carcere a Rebibbia. Inizialmente senza legale e senza la possibilità di comunicare con l’esterno, il suo viaggio si è trasformato così in un incubo.
Parte per il viaggio pre-nozze e viene arrestato a Roma: cos’è successo
Alla base dell’arresto, un equivoco dovuto alla mancanza di comunicazione da parte delle autorità italiane. L’uomo non aveva mai messo piede in Italia prima della sua vacanza a Roma il 3 agosto 2023, almeno stando a quanto ha raccontato al suo legale, Massimiliano Scaringella. Il 40enne si trovava in Italia per un viaggio pre-matrimoniale, il turista si sarebbe dovuto sposare a breve e aveva scelto la Città Eterna come meta romantica prima delle nozze. Di sicuro una vacanza che ricorderà, ma per degli esiti inaspettati.
Dopo aver visitato attrazioni senza tempo come il Colosseo e Fontana di Trevi, G.H. ha visto far capolino nella hall dell’albergo dove soggiornava gli agenti della polizia. Gli uomini hanno proceduto con l’arresto e lo hanno scortato fino al carcere di Rebibbia, dove è rimasto per 13 giorni, dal 3 al 16 agosto. Un viaggio completamente rovinato, mentre la sua fidanzata ha cercato di correre ai ripari e contattare un legale per la difesa
Furto d’identità per un turista ungherese
L’arresto del turista ungherese è frutto di una situazione che poggia su un equivoco internazionale e va avanti da anni a sua insaputa. Nel 2006 a G.H. vennero rubati i documenti, per cui sporse regolarmente denuncia. Pochi anni dopo, nel 2008, qualcuno si è appropriato della sua identità e comincia a fondare società a Milano non versando contributi ai contribuenti. Il ladro di identità viene anche condannato con sentenza definitiva nel 2014 ma il 40enne ungherese, scambiato per il colpevole a causa dei documenti rubati e contraffatti, in Ungheria non è stato mai recapitato nessun atto giudiziario che lo mettesse a conoscenza di quello che stava succedendo a suo nome. Così l’uomo, alla vigilia delle nozze, vola verso Roma non sapendo cosa lo attende.
Scarcerato per furto d’identità: processato senza saperlo
Nei 13 giorni in cui G.H. subisce lo scambio di persona, tenta di contattare da Rebibbia i parenti e il consolato con grandi difficoltà. Per fortuna la fidanzata, che si trovava a Roma con lui, riesce a contattare l’avv. Scaringella che ricostruisce a poco a poco la situazione, tipica di una commedia degli errori. Dopo 13 giorni in carcere, viene così scarcerato dai giudici della sezione feriale della Corte d’Appello di Milano per essere stato processato ma senza saperlo. Un viaggio che certamente alla coppia di futuri sposi rimarrà per sempre impresso e per cui ora, il turista ungherese, chiede anche un risarcimento per il trauma vissuto.
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