Una pistola rinvenuta all’interno del carcere di Frosinone: il responsabile intercettato mentre ammette l’introduzione nella struttura.
Fa discutere la vicenda legata all’introduzione di una pistola nel carcere di Frosinone, avvenuta nel 2021. La vicenda sarebbe stata ripresa dagli inquirenti dopo delle intercettazioni prese a un noto criminale di Cercola, in provincia di Napoli. L’uomo si sarebbe lasciato a dichiarazioni importanti sulla vicenda, con le frasi compromettenti dette all’interno della propria automobile e dove si trovava in compagnia di un secondo soggetto.
Nuove rivelazioni sulla pistola all’interno del carcere di Frosinone
L’uomo della provincia di Napoli aveva introdotto la pistola nel carcere per aiutare un detenuto, probabilmente nella logica di regolazione di conti tra detenuti. Tale episodio, come evidenziato dagli inquirenti, era anche un modo per il criminale di ribadire la propria forza nel contesto illecito di Cercola e probabilmente l’area di Frosinone. In più occasioni, il soggetto si sarebbe vantato di quest’azione, mostrando di avere mano su un virtuale monopolio degli “aiuti” verso i detenuti nel carcere ciociaro.
La storia della pistola nel carcere del territorio ciociaro
Ma a cosa servì quell’arma all’interno del carcere ciociaro? Se i modi non sono ancora chiari, con qualcuno che parla addirittura di droni a disposizione per arrivare ai detenuti, resta come quella pistola fosse indirizzata a un detenuto. Questa persona, all’interno del della casa circondariale, probabilmente avrebbe dovuto mettere in piedi un’intimidazione verso un altro detenuto o addirittura un’esecuzione per motivi legati alla criminalità partenopea.
La pistola fortunatamente fu scoperta dagli agenti della Polizia Penitenziaria, che ovviamente evidenziarono quale tragica situazione sarebbe potuta nascere dall’uso sconsiderato di quell’arma da fuoco. Infatti, il detenuto venuto a contatto con l’arma avrebbe potuto condurre più situazioni di pura violenza nella struttura detentiva, mettendo di fatto in pericolo la vita degli altri detenuti e soprattutto alimentando un rivolta contro la Polizia Penitenziaria. Vicenda che, ancora una volta, delinea la fragilità del sistema carceri nel Lazio.