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Emergenza cinghiali a Roma: feriti due uomini dopo la carica degli ungulati. Dov’è il protocollo di cattura?

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Prima o poi sarebbe successo, era evidente: due uomini risultano feriti a Spinaceto e Mostacciano (nel sud di Roma) dopo la carica dei cinghiali. Gli stessi che da mesi invadono la Capitale, avvicinandosi alle case. Tutto ciò nel silenzio di chi dovrebbe intervenire, impantanato in una folle burocrazia che non sblocca un protocollo già pronto.

LA DISAVVENTURA DEL SIGNOR TOCCI: UNA SPALLA LUSSATA DOPO LA CARICA DI UN CINGHIALE

Ieri (29 agosto), nel tardo pomeriggio, il signor M. Tocci (62 anni ad ottobre) era a spasso con il suo cane in via Nicola Stame, in un giardino pubblico.

E’ un boxer di 43 chili – ci racconta – quindi non proprio un cagnolino piccolo. All’improvviso ho visto che tre piccoli cinghiali (i cuccioli della famiglia di cui vi avevamo parlato n.d.r) da lontano lo puntavano. Ho iniziato a indietreggiare, ma dall’erba ne è sbucato uno più grande (probabilmente la scrofa, anche se abbiamo scoperto che con loro c’è anche un maschio, ancora più grande n.d.r.) e ci ha caricato. A quel punto il mio cane voleva andargli contro e io l’ho tirato per fermarlo, correndo all’indietro per quasi venti metri. Durante la corsa sono caduto su un cespuglio, dietro il quale c’era del cemento, dove sono scivolato e ho sentito un forte dolore alla spalla”.

Il cinghiale –prosegue– era vicino ed io ho iniziato a gridare. Allora l’animale si è fermato a circa un metro da noi. I cuccioli si stavano avvicinando, ma per fortuna lui si è allontanato e se li è portati via. Poi sono giunti dei ragazzi che mi hanno soccorso, è arrivata mia moglie che ha chiamato l’ambulanza e sono stato portato al Sant’Eugenio. Gli accertamenti hanno rilevato una lussazione alla spalla e varie escoriazioni”.

Tutto ciò si traduce in 10 giorni di prognosi. 

Dal suo racconto capiamo inoltre perché è avvenuta l’aggressione. La scrofa aveva dietro di sé e dei propri cuccioli il recinto del giardino e, trovandosi di fronte un cane che riteneva minaccioso, si è sentita tagliare le vie di fuga. Quindi, per proteggere i suoi piccoli, ha caricato. Una dinamica diffusa, un’istinto di protezione (non c’è nessuna ferocia o cattiveria) ben noto agli esperti di questa specie.

“Un mese fa era già successo- ci dice infine il signor Tocci– mi aveva caricato un cinghiale e ne ero uscito bene riuscendo a venire verso casa. Questi animali vanno nei giardini dove vengono annaffiati i prati, cercano i terreni umidi. Con il fatto che il resto del terreno è secco, si avvicinano sempre di più alle abitazioni. Nei giardini intorno alla via hanno fatto delle buche spaventose”.

IL SIGNOR FORGIONE E’ IL SECONDO FERITO: “SONO SALITO SU UN ALBERO PER SALVARMI”

Il secondo ferito è il signor A. Forgione, 32 anni. Il 13 aprile era a passeggio con il suo cane (di grossa taglia) in via Sergio de Vitis, a Mostacciano, vicino ad un’isola ecologica Ama. 

“All’improvviso, alle spalle- ci spiega– siamo stati caricati dalla femmina ed i suoi cuccioli. Erano le 11.30 di mattina. Il primo ad essere colpito è stato il cane. A quel punto ho lasciato il guinzaglio e il cane ha lottato per difendersi e poi è scappato. La femmina allora ha caricato me. Io d’istinto ho preso un bastone che era per terra e glie l’ho sbattuto in testa, ma l’animale mi ha preso sulla gamba, scaraventandomi all’indietro. Dopo essere caduto mi sono rialzato e il cinghiale mi ha inseguito per caricarmi di nuovo. Ma c’era un albero caduto e io ci sono salito sopra, aspettando che se ne andasse”.

Il cane ha riportato diversi morsi sulla gamba, mentre il signor Forgione è stato ferito ad un ginocchio. Ad attestare la sua ferita è questo referto dell’ospedale Sant’Eugenio, dove si è recato.

Questa famiglia di cinghiali è diversa dalla prima. E visto che da mesi ci sono avvistamenti di una famiglia anche nel parco di Tor de Cenci, potremmo essere in presenza addirittura di tre diversi gruppi nel giro di pochi chilometri. D’altronde la tenuta di Decima Malafede da cui scappano è vicina e lì questi animali sono tanti.

NEGLI ULTIMI MESI ALTRE TRAGEDIE SFIORATE

Ma il signor Tocci e il signor Forgione non sono i soli ad aver subito la carica delle famiglie di cinghiali. La tragedia si è sfiorata anche qualche settimana fa, sempre con la prima famiglia di ungulati, vicino al Parco Campagna, quando un cagnolino è stato caricato.

Il fotogramma dello scontro tra il cane ed il cinghiale
Il fotogramma dello scontro tra il cane ed il cinghiale

A Ferragosto, sempre in quel parco e sempre a passeggio con il suo cane, poi, il signor M. Montaldo (vigile del fuoco) ha avuto una disavventura simile a quella dei due feriti.

Ero con Nerone (un Border Collie maschio)– ricorda ai nostri microfoni- e intorno alle 18.30 mi è sbucato a poco meno di una decina di metri il cinghiale maschio con a seguito, due tre metri dietro, la femmina e i 3 cuccioli. Ho iniziato a scappare insieme al mio cane e ho sentito la carica del cinghiale. Quindi ho visto che mi era arrivato praticamente addosso dal lato destro, così istintivamente ho scartato a sinistra. Il cinghiale mi ha mancato ed io sono finito in mezzo a dei rovi. Allora l’animale si è avvicinato con aria minacciosa, ma è riapparso Nerone che ha iniziato ad abbaiare e provocarlo girandogli attorno. Grazie a questo diversivo mi sono tolto dai rovi che mi bloccavano le gambe e sono scappato. Dopo qualche fischio a vuoto Nerone mi ha raggiunto e mi sono rifugiato sotto casa, non molto distante da lì”.

DOV’E’ IL PROTOCOLLO COMUNE-REGIONE?

Il signor Tocci ora vuole sporgere denuncia. Gli abbiamo comunicato che la responsabilità del mancato intervento è del Comune di Roma e della Regione Lazio, che ancora devono mettere in pratica il protocollo preparato dagli uffici amministrativi e a quanto ne sappiamo non ancora firmato dalla sindaca Raggi e dal presidente Zingaretti.

Ieri, ad un mese dalla prima riunione in merito al Comune di Roma, si è svolto finalmente il tavolo tecnico (il passaggio in teoria subito successivo). Questo ha coinvolto Prefettura, Campidoglio, Città Metropolitana, Regione Lazio, ISPRA (istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), Carabinieri forestali e Protezione Civile.

Il protocollo prevede la cattura anche tramite telenarcosi (ma ISPRA suggerisce l’uso esclusivo di gabbie, per il pericolo di non ritrovare più gli animali narcotizzati se nel frattempo si nascondono nelle tane) ed il trasferimento in luoghi indicati dalla Regione.

Era previsto un censimento prima di ogni progetto di cattura, non è chiaro se sia stato completato (anche se il Comune sa benissimo e da tempo almeno dove si trova la tana della famiglia di cinghiali che ha aggredito il signor Tocci e il signor Montaldo).

Nei giorni scorsi era anche girata la voce di un intervento del personale del Bioparco per prendere una delle famiglie di cinghiali della zona, ma dallo zoo smentiscono: negli ultimi anni non è successo e non potrebbe succedere, dato che mancano autorizzazioni comunali e regionali.

Noi del Corriere della Città ci stiamo muovendo per cercare di capire perché ci si ritrova in questo stallo burocratico, chiedendoci se non si debba aspettare il morto per darsi una mossa.

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