Nuove verità shock su Emanuela Orlandi, la ragazza scomparsa a Roma a giugno 1983: una lettera parla di una sua gravidanza a Londra.
Continua a evolversi il caso dietro la scomparsa di Emanuela Orlandi. Nuove verità sembrerebbero essere emerse dall’ultima intervista concessa dal fratello Pietro Orlandi, recentemente ospite di Silvia Toffanin alla trasmissione “Verissimo” di Canale 5. Orlandi, nel suo intervento, avrebbe rivelato una pista veritiera che vedrebbe viva Emanuela all’inizio degli Anni ’90.
La lettera shock su Emanuela Orlandi
Pietro Orlandi nello studio televisivo afferma di essere venuto in possesso di una lettera indirizzata al Vaticano, precisamente al cardinale Ugo Poletti. Destinatagli da una fonte che si è rivendicata vicino all’area degli ex Nucleo Armati Rivoluzionari (NAR), la lettera aprirebbe l’ipotesi di Emanuela Orlandi viva dopo il rapimento avvenuto nel lontano 22 giugno 1983.
Il testo della lettera indirizzato al Vaticano
La lettera parlerebbe di Emanuela e un suo trasferimento a Londra, dopo il rapimento del 1983. Come menziona lo stesso messaggio indirizzato a Poletti, la ragazza viene vista per le strade londinesi nel 1993, ovvero a dieci anni di distanza dalla misteriosa sparizione e quando la giovane avrà avuto orientativamente 25 anni.
La parte scioccante del messaggio sarebbe legata alla situazione intima della giovane Orlandi. Secondo la lettera, infatti, la ragazza in quel frangente era impegnata a interrompere un proprio stato di gravidanza. Da qui sarebbe arrivata anche la risposta del cardinal Poletti, che avrebbe risposto come la “ragazza dovesse rimanere viva” e soprattutto ricordargli come “anche un feto all’interno del grembo materno possieda un anima”.
La veridicità della lettera
Sulla veridicità della lettera, però, ci sono molteplici dubbi. A cominciare dal destinario, visto che il messaggio era destinato al Vicariato di Roma nel 1993. Com’è possibile verificare, ed evidenzia Pietro Orlandi in trasmissione, il cardinale Ugo Poletti non è era più vicario romano in quell’anno.
Secondo Orlandi però la mossa fu studiata dagli ambienti vaticani, al fine di rendere inverosimile la lettera agli occhi dei giornali e soprattutto non far esplodere la vicenda di Emanuela e la sua gravidanza a livello pubblico. Una strategia che, secondo Pietro Orlandi, l’ambiente del Vaticano aveva già optato in passato per gestire delle situazioni dove serviva la massima segretezza.