Il caso Emanuela Orlandi è risalito nuovamente – riemerso, come direbbe la psicanalisi – nelle cronache quotidiane di Roma e nazionali. Merito soprattutto della continua lotta del fratello, Pietro Orlandi, che per diversi decenni non ha mai smesso di cercare la verità su quella che sembra ormai una matassa fin troppo intricata per vederci chiaro. Ma lui non demorde. Inoltre, è appena trascorsa una forte bufera e polemica che lo ha visto protagonista dopo alcuni commenti a sua detta ”strumentalizzati” dai media su quell’audio famoso in cui si parla anche di Papa Wojtyla.
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Il procuratore di Roma sul caso Emanuela Orlandi
Ora, ancora un altro elemento sulla vicenda, e non da poco anche in questo caso. Il procuratore capo di Roma Francesco Lo Voi, il quale è intervenuto durante un incontro con gli studenti nella scuola don Bosco di Palermo in merito alle indagini sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, ha detto: “Dopo 40 anni non solo non è facile trovare elementi, ma nemmeno fare le pulci alle attività svolte dagli inquirenti dell’epoca perchè ogni situazione, ogni indagine va contestualizzata. Non è da escludere che sarà coinvolta nuovamente la Procura di Roma, motivo per cui non posso parlarne”. Poi, aggiunge: “Quel che si poteva fare nel 1983 non è quello che si può fare ora e ciò spiega anche molte lacune nelle indagini. Di sicuro c’è che ci sono alcuni reati cosiddetti comuni, anche se gravi, in cui o la soluzione arriva in pochi giorni, oppure ci si impantana e dopo 30-40 anni ancora se ne discute”.
Le dichiarazioni di Pietro Orlandi dopo l’incontro in Vaticano
Dopo 40 anni, all’inizio di quest’anno, il Vaticano, come vi abbiamo raccontato, ha riaperto il caso Emanuela Orlandi, e così il promotore della giustizia vaticana Alessandro Diddi, insieme alla Gendarmeria, ha deciso di riaprire le indagini sulla drammatica vicenda che ha fatto tremare anche la Santa Sede così come le sue massime istituzioni. Un percorso e una dinamica investigativa complessa, ardua, in cui ogni elemento si immette generando nuovi quesiti, e tutti molto inquietanti. Solamente, qualche giorno fa, prima della bufera mediatica su quell’audio, lo stesso Orlandi aveva avuto un lungo colloquio con Diddi, in Vaticano: “Abbiamo parlato di tante cose – aveva detto dopo l’evento – della famosa ‘trattativa Capaldo’, del trasferimento di Emanuela a Londra, di pedofilia, degli screenshot dei messaggi di cui siamo entrati in possesso”.