La verità sul caso Emanuela Orlandi sembra impenetrabile, ma una nuova attenzione mediatica consegnata direttamente dal Vaticano sembra riaprire qualche barlume di speranza. Il mistero intricato di uno dei casi più oscuri delle cronache italiane, quello della scomparsa della cittadina del Vaticano, nel giugno del 1983, proprio in questi giorni sta riempiendo i palinsesti televisivi Rai. Sia l’approfondimento di Bruno Vespa a Porta a Porta, sia la trasmissione ”Chi l’ha visto” si sono infatti concentrati sul giallo. Di fatto, dopo che il Vaticano ha deciso di riaprire le indagini sulla sua sparizione della ragazza, c’è stata anche la divulgazione da parte di FqMagazine di alcune conversazioni whatsapp di persone molto vicine a Papa Francesco e proprio sul contenuto di tali messaggi si è avviata una nuova ricerca. “Clamorosa”: questo è l’aggettivo scelto sia da Bruno Vespa che da Federica Sciarelli dal momento che è la prima volta che il Vaticano decide di indagare sulle dinamiche misteriose che hanno colpito la “ragazza con la fascetta”, figlia di un commesso di Papa Giovanni Paolo II.
Il caso Emanuela Orlandi ritorna in tv
Proprio nella puntata dell’altro giorno, 10 gennaio 2023, a Porta a Porta, Vespa ha deciso di mirare la sua attenzione, insieme al fratello di Emanuela Orlandi e all’avvocato Laura Sgrò, sul contenuto dei messaggi presi in esame e che risalgono al 2014: al loro interno si parla di Emanuela, di prendere le sue cose, di fare delle fotocopie di tutti i suoi documenti, e addirittura di pagare i tombaroli di nascosto. Stando alle dichiarazioni degli Orlandi sulla faccenda, pare che si parli anche di Papa Francesco e del cardinale Abril, il presidente della commissione cardinalizia Ior. Infine, si ritorna anche su quella parola chiave, ”tombaroli”, che forse più di ogni altra cosa lasciare intuire che il Vaticano sappia qualcosa ancora da svelare.
I messaggi risalenti al 2014: ”Quelle persone sono ancora vive”
Dalle domande incalzanti di Vespa sul caso Emanuela Orlandi, appare chiaro come si tratti di almeno 50 messaggi tra due persone nell’arco di due mesi. Il tema della conversazione sarebbe la presenza di soggetti che dovevano venire pagate per un luogo di sepoltura. “Messaggi scritti e qualche audio separato da questo scambio. Ci sono delle voci, noi sappiamo chi sono queste persone, sono ancora vive. Speriamo il promotore di giustizia Alessandro Diddi ci chiami quanto prima”, ha dichiarato la Sgrò, che poi ha aggiunto: “Il nostro desiderio è che si faccia un’indagine vera e attenta ma bisogna essere onesti, va considerato che la magistratura vaticana non ha i mezzi né l’esperienza per affrontare questo caso che dura da 40 anni”.
Pietro Orlandi: Il Vaticano potrebbe risolvere l’inchiesta in mezz’ora”
“Questa inchiesta il Vaticano la potrebbe aprire e chiudere in mezz’ora. Basta che raccontano quello che sanno. Papa Francesco lo sa, anche Ratzinger lo sapeva. Io sono nato lì dentro, li conosco bene. Conoscono la verità ma è così pesante che faranno di tutto per non farla uscire”, ha dichiarato in puntata Pietro Orlandi a un Bruno Vespa.