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Due dipendenti di una ditta laziale bloccati in Niger, chiusi in albergo da giorni: Farnesina al lavoro

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Ore di apprensioni per due dipendenti italiani, che sono rimasti bloccati in Niger per via del colpo di Stato. Entrambi, lavoratori all’interno di una ditta laziale, sono chiusi ormai da giorni all’interno del proprio hotel, al fine di evitare ulteriori problemi e soprattutto mettere in sicurezza la loro incolumità. Sulla vicenda, la Farnesina con il ministro Antonio Tajani sono al lavoro per riportare entrambe le persone in Italia. 

I due dipendenti italiani bloccati in Niger

I due lavoratori sono contrattualizzati con la realtà imprenditoriale dell’Heli World, società con sede ad Anagni. La Farnesina, come sempre in queste vicende, si sta interessando alla vicenda. Il fine del ministro Tajani, come riferito agli organi di stampa, è quello di riportare quanto prima le due persone in Italia. Una situazione però non semplice, soprattutto dopo il golpe militare all’interno dello Stato africano. 

Chi sono i due lavoratori italiani rimasti bloccati in Africa?

Le due persone bloccate nello Stato del Niger, sono un pilota e un motorista della società di Anagni. Entrambi, secondo quello che raccontano alla stampa, “sono bloccati in albergo da almeno tre giorni, in una situazione che con il passare delle ore diventa sempre più pericolosa”. L’ambasciata italiana non ha perso i contatti con i nostri connazionali, arrivando addirittura a consigliargli di “non affacciarsi alle finestre della propria camera”. 

generale Abdourahamane Tiani
Generale Abdourahamane Tiani

Rischio di rimanere feriti negli scontri in Niger

Dopo il golpe militare per mano del generale Abdourahamane Tiani, si è aperta una condizione di guerra civile nelle principali città del Niger. Come rivela la Farnesina, oggi provare una fuga dal Paese africano senza l’apporto dell’Italia “è semplicemente impensabile”. Infatti, per i due lavoratori italiani la situazione si rivelerebbe molto ostile, considerato come all’arresto potrebbero rischiare anche la vita. Gli scontri, ormai, da diversi giorni sono arrivati nelle piazze, con le fazioni che non si fanno problemi a sparare per strada. 

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