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Due arresti per estorsione a Termini: la vittima aveva denunciato il furto dello smartphone

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Carabinieri alla stazione Termini di Roma

Ancora storie di criminalità alla stazione Termini di Roma. I militari dell’Arma dei Carabinieri hanno arrestato in queste ore due cittadini egiziani appena maggiorenni, di 18 e 19 anni, gravemente indiziati per il reato di estorsione in corso. I due soggetti, infatti, avrebbero derubato un cittadino romano nello scorso weekend, portandogli via lo smartphone e poi ricattandolo con richieste di soldi per restituirglielo. 

Il furto del cellulare della gang attiva alla stazione Termini

La vicenda si è svolta nella giornata dello scorso 15 ottobre, quando un uomo di 43 anni è stato vittima delle angherie dei due giovani egiziani. I ragazzi avrebbero assalito l’uomo su via Palmiro Togliatti, accompagnati dai altri tre connazionali. Un cinque contro uno, dove ad avere la peggio è stato il cittadino italiano. La gang lo avrebbe assalito con un chiaro obiettivo, ovvero quello di portargli via un telefono di ultima generazione. 

Carabinieri all'Esquilino di Roma
Carabinieri all’Esquilino di Roma

Il ricatto dei ladri e il blitz dei Carabinieri a Termini

Due giorni dopo il furto, la vittima ha ricevuto una chiamata presso il cellulare di un parente stretto, dove dietro alla cornetta un uomo gli chiedeva 50 euro per la restituzione del telefonino. L’uomo, d’accordo con i militari dei Carabinieri, ha fissato un appuntamento col ricettatore per riprendere possesso del proprio telefonino, in un incontro che si sarebbe svolto nella zona di Termini.

La trappola pensata per i ladri

L’appuntamento tra i ladri e la vittima, è andato in scena a via Giovanni Giolitti. Sotto il ghetto africano, i Carabinieri hanno monitorato l’azione dei due giovani malviventi, intervenendo poi nel momento della consegna dei soldi. I ragazzi egiziani, infatti, sono stati presi mentre riconsegnavano il telefono al legittimo proprietario. Durante le perquisizioni sugli indumenti dei giovani, i militari hanno rilevato come uno di essi fosse armato, brandendo nel giacchetto un coltello a serramanico: arma che avrebbero utilizzato per minacciare la vittima nel giorno del furto. 

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