Spacciavano droga, tra hashish, cocaina, marijuana. E lo hanno fatto sempre, anche durante il lockdown, quando l’Italia intera aveva le saracinesche abbassate e le persone erano in casa. Loro no. Loro hanno continuato il ‘lavoro’ fingendosi a volte dei ‘rider’. Ma non consegnavano cibo a domicilio, negli zainetti nascondevano la sostanza stupefacente. Questa mattina, però, il personale della Squadra Mobile, con l’ausilio del locale U.P.G.S.P., all’esito di una articolata attività di indagine, ha individuato gli spacciatori, 8 in totale, e li ha arrestati (4 sono in carcere, 4 ai domiciliari). Tutti, tra italiani e albanesi, sono gravemente indiziati a vario titolo di traffico di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, hashish e marijuana.
Lo spaccio nelle zone Alessandrino-Togliatti
Le indagini sono partite dal continuo monitoraggio delle piazze di spaccio della Capitale, in particolare nelle zone Alessandrino – Togliatti. E gli agenti hanno avuto modo di verificare che alcuni pusher venivano riforniti da un gruppo di cittadini albanesi, che operavano nella zona di Montespaccato. E lo facevano anche in pieno lockdown. Alcuni pusher, infatti, si erano finti rider (la società è estranea ai fatti): avevano attrezzato gli scooter e così avevano aggirato le limitazioni sugli spostamenti. Si presentavano dai clienti. E non certo con il cibo da consegnare a domicilio.
Come agivano
Il gruppo malavitoso albanese era ben strutturato, proprio secondo i canoni della classica organizzazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. E così era in grado di importare ingenti quantitativi di droga, da rivedere in quantitativi minori, fino ad arrivare alla vendita al dettaglio in strada.
La droga sequestrata
In un vano ricavato nella carrozzeria di un’auto gli agenti hanno trovato due involucri confezionati con nastro da pacchi di colore marrone, all’interno c’era la cocaina. In due distinte occasioni, nel corso delle indagini, si è proceduto al sequestro totale di kg. 3,5 di sostanza stupefacente del tipo cocaina. Ma sono stati eseguiti anche diversi sequestri di piccoli quantitativi di sostanza stupefacente del tipo marijuana e cocaina.
Il pacco ‘postale’ in carcere
Come se non bastasse, è stato intercettato un pacco postale, diretto a un detenuto, con all’interno indumenti personali tra cui un accappatoio: nelle cuciture avevano occultato pezzetti di hashish.
Ora la banda italo-albanese è stata scoperta. E i loro piani smantellati perché quattro sono in carcere, gli altri ai domiciliari.
Ostia, raid punitivo davanti alla scuola: 16enne massacrato di botte da 5 ragazzi