Roma. Cosa unisce la rinomata serie Gomorra e i Simpson, la famiglia media americana più famosa di sempre che ha accompagnato intere generazioni? Questione di marketing, di brand, di riconoscibilità sul mercato e…di droga. Nella Capitale, infatti, c’è chi aveva deciso di rendersi riconoscibile sulla ”piazza” per fidelizzare i proprio clienti, creando un packaging molto creativo per piazzare la propria sostanza per le strade e magari spiccare rispetto alla concorrenza.
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Marketing per la droga a Roma: 26enne nei guai per spaccio
I Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia Roma Cassia, coordinati dalla Procura della Repubblica di Roma, hanno arrestato un ragazzo di 26 anni, gravemente indiziato del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Il soggetto impiegava metodi molto creativi per rimanere impresso nella mente dei suoi consumatori di fiducia e distinguersi dalla concorrenza. Ma tali elementi, alla fine, hanno creato riconoscibilità anche per le Forze dell’Ordine che alla fine lo hanno scoperto.
Gomorra e Simpson per il packaging dello spaccio
I militari, seguendo gli spostamenti di soggetti d’interesse operativo e in parte già tenuti sotto osservazione, al termine di alcuni servizi ed appostamenti dei soggetti frequentati dall’indagato, sono arrivati nel quartiere di Ponte Milvio dove hanno deciso di far scattare un blitz presso il domicilio del 26enne. All’interno dell’abitazione, i Carabinieri hanno rinvenuto circa 400 g di marijuana, occultati in un armadio, 59 panetti di hashish, per un peso complessivo di circa 5 kg, alcuni di questi con l’adesivo dei personaggi di “Gomorra” e altri con l’adesivo dei “Simpson”, pronti per essere spacciati, oltre alla somma in contanti di oltre 2000 euro, ritenuta il provento di pregressa dell’attività illecita.
Arresto e sequestro dei Carabinieri
La droga e il denaro sono stati sequestrati, l’arresto è stato convalidato ed il soggetto è stato sottoposto agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Si precisa, ad ogni modo, che considerato lo stato del procedimento, indagini preliminari, gli indagati devono considerarsi innocenti fino ad eventuale sentenza definitiva.