Quasi un anno dal primo lockdown, eppure la normalità di sempre sembra ancora lontana, difficile da “riconquistare”. Solo nelle ultime 24 ore in Italia si sono registrati 23.641 nuovi casi, 307 morti e 13.984 guariti: numeri che preoccupano, dati che sembrano farci tornare indietro nel tempo, quando tutto a marzo del 2020 è iniziato. Le terapie intensive e i ricoveri sono in aumento in un’Italia perlopiù arancione e rossa: da domani molte Regioni, con l’ordinanza firmata dal ministro Speranza, passeranno da una fascia di rischio all’altra, con altre misure stringenti da rispettare. Non solo il virus che avanza, ma anche le varianti che continuano a circolare nel nostro Paese, da quella inglese a quella brasiliana, con l’incubo terza ondata che si fa sempre più ingombrante. Le nuove disposizioni del Dpcm entrato in vigore ieri basteranno? O bisognerà agire tempestivamente per frenare la circolazione del virus in quelle zone dove il rischio è più elevato? Cosa succede se la curva continua a salire?
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Nuove restrizioni, zone rosse e lockdown nel weekend
Molto probabilmente, come spiega Il Corriere della Sera, se la curva epidemiologica continuerà a salire – dopo 7 giorni dall’entrata in vigore del Dpcm – il Governo valuterà se inserire o meno altre restrizioni. Tra queste, il passaggio automatico in zona rossa se il contagio settimanale è di 250 persone ogni 100.000 abitanti. Si starebbe, dunque, pensando di istituire dei lockdown locali in quelle zone più esposte, dove il virus circola velocemente.
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Per gli esperti del Comitato Tecnico Scientifico le misure ora in vigore non sono sufficienti e chiedono di intervenire velocemente prima che sia troppo tardi. Nel verbale consegnato all’esecutivo prima della firma del Dpcm, gli scienziati hanno messo nero su bianco una soglia critica fissata a 250 persone su 100.000 abitanti, parametro che avrebbe dovuto far scattare la chiusura obbligatoria delle scuole.
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Quello che pare certo è che se le misure ora in vigore non dovessero bastare, potrebbero essere istituite nuove “regole” ancora più restrittive, soprattutto in vista di Pasqua. Tra le ipotesi: coprifuoco anticipato, la chiusura di alcune attività nelle aree più colpite e il lockdown nel weekend. “Assistiamo a una ripresa molto forte dovuta all’impatto delle varianti, che ci sta portando a misure sempre più restrittive sui territori” – ha dichiarato il ministro della Salute Speranza sulle pagine del Corriere della Sera. “Abbiamo confermato il modello per fasce perché ci sono situazioni geografiche molto diverse. E’ chiaro che monitoreremo giorno per giorno l’evoluzione epidemiologica, adottando le misure alla luce delle varianti” – conclude.