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“Dillo qui” lo spazio dove i ragazzi si aprono senza essere giudicati: La storia di L.

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E’ passato poco più di un anno dall’inizio della pandemia. Una pandemia che ha messo in ginocchio tutto il mondo. Una pandemia che ha portato via cari, affetti, parenti e amici. Una pandemia che, inoltre, ha fatto perdere la speranza a molti, moltissimi giovani. E mentre si è concentrati a trovare la soluzione magica per risanare l’economia nazionale, sempre più ragazzi restano in silenzio e subiscono, senza proferire parola. Il motivo? Quando e se dovessero decidere di farlo, verrebbero additati come “deboli”, “rompiscatole” o, peggio ancora, “viziati“.

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Quando il confronto è troppo grande

Spesso quando si cresce, si tende a dimenticare come si pensava quando si era giovani, quando si avevano vent’anni, le speranze erano tante e le possibilità ancora di più. Ora, con la pandemia, molti ragazzi hanno perso la speranza. Chiusi in casa, si sentono soli e devono fare i conti con il loro “Io“, e molti, purtroppo, non reggono il confronto. Difatti, negli ultimi 365 giorni il tasso dei suicidi è aumentato del 30%. 

Noi del “Corriere della Città”, vogliamo dare la possibilità, a questi ragazzi, di far sentire la propria voce. Lo spazio a loro dedicato si chiama “Dillo qui”. Uno spazio dove giovani, ragazzi, studenti e studentesse, hanno la possibilità di sfogarsi, aprirsi e far sentire la propria voce senza essere giudicati.

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La lettera di L. e la risposta dell’esperto

Questa è la storia di L., un ragazzo di 30 anni, il quale ha avuto il coraggio di aprirsi con noi.

“Ciao e grazie per l’opportunità che mi offrite. Volevo raccontare la mia storia perché non so con chi sfogarmi, sto passando un periodo di profonda tristezza, ho anche pensato al suicidio un paio volte ma mi è mancato solo il coraggio di farlo. Mi chiamo L. ed ho 30 anni e ogni mattina quando mi sveglio faccio fatica ad andare avanti e credo di soffrire di depressione, autostima sotto i piedi anche per il fatto di essere spesso preso in giro per il mio aspetto fisico. Tutti i miei familiari sono sistemati in ambito familiare o lavorativo (o entrambi) mentre io mi ritrovo a 30 anni senza un lavoro e senza aver mai avuto una fidanzata. In più pochi giorni fa si è allontanata da me una delle poche persone a cui volevo bene veramente, cioè mia cugina; lei ha qualche anno in meno di me ma da bambini siamo cresciuti insieme, ora lei ha partorito un figlio ed è andata a convivere con il suo fidanzato quindi è normale che ci allontaneremo se non del tutto almeno parzialmente. Ora questo non è il motivo primario del mio stato d’animo ma ha contribuito ad aumentare la mia depressione. In più aggiungeteci questa pandemia anche se anche quest’ultima è solo una cosa che ha aumentato il mio stato, che partiva comunque prima del covid. Voi cosa consigliate di farmi seguire da un esperto? Grazie dell’attenzione.”

Risponde la Dott.ssa Sabrina Rodogno, Psicologa

Ciao L. e grazie per averci raccontato la tua storia. La prima sensazione che mi è arrivata leggendo le tue parole è di profonda “solitudine”. La frase  “non so con chi sfogarmi” la mostra senza giri di parole. Voglio rispondere subito al primo dubbio che hai “credo di soffrire di depressione”. La depressione è una malattia invalidante, non ti fa pensare agli altri, se sono sistemati, se ti prendono in giro, né a quello che fa la cugina: la depressione appiattisce il mondo, e quello che accade oltre il tuo letto non viene nemmeno percepito. Deduco ci possa essere un calo dell’umore, apatia e sì, anche autostima bassa. Sottolinei che i componenti della famiglia “sono sistemati”: ti fa sentire indietro rispetto a loro? Tua cugina ora ha la sua vita “da adulta” : tu forse sei fermo, e magari ti vedi ancora “piccolo”? Credo tu abbia pochi stimoli per “sentirti vivo”: non hai amici, fidanzata o lavoro, e chiunque al tuo posto potrebbe sentirsi avvilito e amareggiato. Purtroppo, non mi è possibile fare “diagnosi” avendo pochissime informazioni, posso solo fare delle ipotesi in base a quello che hai scritto e darti qualche suggerimento.

1) I bellissimi dello spettacolo fanno uso di filtri per migliorarsi, gli standard di bellezza sono irrealistici, e sono convinta che chi ti prende in giro è lui stesso insicuro: lascia perdere queste persone, e navigare nella loro stupidità.

2) Ognuno di noi ha i propri tempi, c’è chi fa figli a 20 anni, ce chi li fa a 40 e anche chi non può farne; chi il lavoro lo trova prima e chi dopo: essere sistemati è un concetto abbastanza soggettivo.

3) Prova a non guardare quello che fanno o dicono gli altri, so che non è affatto facile. Chiediti: cosa mi piace fare? Quali sono le mie passioni? Insomma, rivolgi la luce del palcoscenico su te stesso.

4) Riguardo la necessità di un percorso psicologico: se già ti poni la domanda forse il bisogno lo avverti… e non è da tutti, chi affronta le proprie paure e difficoltà è un guerriero.

Ti abbraccio

Dott.ssa Sabrina Rodogno. Psicologa

Se vuoi far sentire la tua voce scrivi a dilloqui087@gmail.com

 

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