Si dice che a 14 anni dovrebbero iniziare gli anni migliori della vita. Gli anni della piena adolescenza, dei primi amori, della scoperta, delle consapevolezze in più. gli anni in cui si inizia a vivere. Ma sicuramente Sofia ha un pensiero diverso. Sofia ha sì delle nuove consapevolezze, delle nuove scoperte, ma non solo quelle che pensa un ragazzo qualunque di quegli anni. Sono date dalla sofferenza, dalla cattiveria, dalla rabbia e da qualcosa di più grande di lei.
La storia di Sofia
La sua storia, purtroppo, è comune a tante altre storie che appartengono alle vittime della guerra in Ucraina. Fortunatamente lei può almeno parlarne sui social. E la sua presentazione, su IG, era iniziata proprio così:
“Mi chiamo Sofia e sono una piccola ucraina. Ho perso un braccio, mia mamma e il mio gatto preferito a Bucha. Sono uno dei 910 bambini che hanno sofferto per mano di un paese vicino. Ho vissuto in ospedale per 3 mesi e soffro ancora di un dolore fantasma. Adesso sono a Roma, ma a ogni suono rabbrividisco e ho paura degli aerei. Quando sono preoccupata, mi fa male non solo la mia mano inesistente, ma tutto il corpo”
“Ho bisogno di una protesi”
“Ho bisogno di una protesi. Quando la indosserò, il dolore fantasma si attenuerà e sarò persino in grado di vestirmi. Quasi nessuno parla dei bambini ucraini colpiti dall’aggressione e siamo costretti a cercare aiuto da soli. Così abbiamo trovato una clinica in America che potrebbe fare una protesi. Ma non hanno fondi sufficienti. Abbiamo bisogno di sponsor perché il costo è di decine di migliaia di dollari”.