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Criptovalute e ICO: c’è una vita oltre la quotazione in borsa

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Il Bitcoin in questo momento vive una fase di stagnazione, se non di recesso. Il suo valore non riesce più a superare quota 7,000 dollari e questo hanno spinto molti analisti a giudicare finita l’epoca “della corsa all’oro”. Nonostante la situazione della creatura di Nakamoto, però, si assiste a quello che è un vero e proprio paradosso, ovvero l’ascesa delle piattaforme specializzate in exchange di criptovalute. A cosa è dovuta questa tendenza?

 

Secondo uno studio condotto da Sanford C. Bernstein & Co e pubblicate nel rapporto “Crypto Trading – The next big thing is here?” nel 2018 il giro d’affari degli exchange dovrebbe arrivare a 4 miliardi di dollari. Questo si spiega con la fiducia sempre maggiore che le aziende stanno avendo nelle criptovalute e nella blockchain.

 

Un esempio esplicativo della situazione che sta nascendo sono le ICO inverse. Si tratta un’operazione in cui una società non quotata ne acquisisce una che è già in borsa. La differenza con le normali ICO è sostanziale. La prima, infatti, dà diritto a “crediti” per l’utilizzo dei servizi della start-up ma non alla partecipazione al capitale. Con le ICO inverse invece, agli investitori viene garantito equity, ovvero un capitale sociale. Utilizzare il sistema delle ICO inverse mediante criptovalute presenta un vantaggio sostanziale: poiché il sistema su cui si basa l’intera intelaiatura della blockchain è decentralizzato, una società che emette token si decentralizza automaticamente. In questo modo si punta a creare un sistema del tutto nuovo, sfruttando le potenzialità della blockchain.

 

Una vera e propria scommessa, dunque, ma che, nel medio-lungo periodo, potrebbe portare a risvolti inattesi. Il rischio maggiore di questo tipo di operazione sta nel fatto che, se le criptovalute alla lunga fossero bocciate dal mercato, chi ha investito mediante questo sistema si ritroverebbe con nulla in mano.

 

In Italia c’è un imprenditore che ha puntato tutto sule criptovalute. Si chiama Gianluca Massini Rosati ed è l’ideatore della piattaforma Xriba. Si tratta di una piattaforma che offre servizi per gestire al meglio l’amministrazione aziendale, tramite la blockchain.

 

Xriba permette di risparmiare oltre il 70% del lavoro umano in materia di contabilità poichéregistra le transazioni avvenute in criptovaluta automaticamente in moneta tradizionale, conciliando quindi monete virtuali e bilancio. Inoltre, la piattaforma nasce anche con un secondo obiettivo: quello di rendere più trasparenti le ICO, dove gli acquirenti dei token potranno vedere sulla blockchain come l’azienda utilizzerà il denaro raccolto. Xriba ha, infatti,lanciato una ICO grazie alla quale sono stati raccolti 6 milioni di euroFamily and Friends. Gli investitori sono stati “premiati” mediante una criptomoneta, Master Xriba. Da notare che l’azienda che fornisce i token è nell’Isola di Man, quella che fornisce i servizi in Inghilterra, dove è più semplice ottenere la licenza e-money, per consentire pagamenti elettronici.

 

Attualmente la criptovaluta ha un valore sul mercato di 0,024 euro ed una capitalizzazione pari a 1.316.293 euro.

 

L’esempio italiano indica come la fiducia nelle criptovalute non venga meno, nonostante il periodo poco felice in borsa, poiché le criptovalute hanno ormai superato la fase meramente per entrare in una nuova: quella che prevede l’affiancamento al mercato tradizionale.

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