Ancora scene di violenze all’interno degli ospedali italiani, con l’ultimo episodio avvenuto nella provincia di Roma. Qui, una paziente avrebbe dato in escandescenza per non chiari motivi, creando letteralmente il panico all’interno del Pronto Soccorso dov’era stata ricoverata. Solo l’intervento dei Carabinieri di Tivoli sul posto, ha permesso il fermo della donna ed evitare che la donna mettesse a rischio l’incolumità del personale sanitario.
Scene di violenza nell’ospedale in provincia di Roma
La vicenda si è svolta sabato notte presso l’Ospedale San Giovanni Evangelista di Tivoli. All’interno del Pronto Soccorso tiburtino, si presenta una donna in evidente stato di agitazione. La paziente, in un momento di raptus legato probabilmente a seri problemi psichici, prima ha procurato danni all’ambulanza dove viaggiava, poi non contenta ha portato scompiglio anche all’interno del reparto medico della struttura sanitaria.
I danneggiamenti all’interno dell’Ospedale di Tivoli
La donna, in preda a un delirio, ha procurato numerosi danni all’interno della struttura ospedaliera. All’interno dell’ambulanza, la paziente avrebbe rotto un vetro con pugni, gomitate e calci. Non contenta, ha riverso la sua furia cieca contro gli arredamenti del Pronto Soccorso, ribaltando mobiletti e lettini presenti nel corridoio all’interno dell’ospedale tiburtino.
Nuovi casi di violenza negli ospedali in Italia
Se oggi i fatti ci raccontano di una violenza nata per una donna con concreti problemi mentali, gli altri casi di violenza spesso nascono da “pazienti fumantini”. Spesso iracondi per le attese immense all’interno dei Pronto Soccorso, a Roma in diverse occasioni si sono create delle vere aggressioni ai danni di infermieri o medici, con il personale sanitario vittima anche di pugni sul viso.
In ultimo, una vicenda nell’ospedale di Napoli. Un’infermiera è stata strangolata all’interno del proprio ambulatorio da parte di una paziente, rischiando quasi la vita. Episodi che, in maniera analoga, ormai stanno letteralmente dilagando in tutta Italia.