Il Lazio, così come la maggior parte delle Regioni italiane, è in zona arancione. Dopo 15 giorni (e 3 di lockdown per Pasqua) in fascia rossa, i cittadini del Lazio ora sono alle prese con delle misure “lievemente” allentate: spostamenti consentiti all’interno del Comune, negozi aperti, ma bar e ristoranti sempre chiusi se non per lavorare d’asporto o con consegne a domicilio. La Regione ambisce, come tutte, alla zona gialla (che, ricordiamo, nel decreto non è prevista, ma c’è un meccanismo per poter intervenire e riaprire dove si ritiene necessario). L’Rt, infatti, dall’ultimo monitoraggio è in calo: si è attestato a 0.9, ma stando ai dati di ieri sono in aumento i nuovi casi, i decessi e le terapie intensive.
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Lazio, allerta negli ospedali: ‘Interventi chirurgici bloccati’
Nonostante il Lazio sia in zona arancione, l’Rt sia in calo e i ricoveri in diminuzione, la situazione negli ospedali romani non sembra essere delle migliori, tant’è che gli interventi chirurgici sono sospesi. La Regione Lazio, con una lettera firmata dal direttore dell’area rete ospedaliera, Giuseppe Spiga, ha confermato con la circolare “lo stato di allerta in relazione al plateau elevato della curva epidemiologica e all’elevato indice di occupazione”. Come spiega il Messaggero, si tratta di un documento che è stato inviato a tutti gli ospedali di Roma che gestiscono anche i pazienti Covid, perché se è vero che il valore Rt è in diminuzione, è altrettanto vero che l’indice dei pazienti ricoverati in terapia intensiva ha sfiorato negli ultimi 7 giorni l’85.3%. Ma c’è un’emergenza nell’emergenza. Nel documento, infatti, si chiede la “sospensione delle attività in elezione, a eccezione degli interventi collegati all’assistenza oncologica“. Gli interventi in elezione possono essere fatti nelle strutture private e accreditate.
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Un quadro che preoccupa anche perché come ha spiegato Giuseppe Pajes, cardiologo e presidente dell’associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri (Anmco), al quotidiano romano “La percentuale dei pazienti con patologie cardiache che trascurano controlli o sintomi è sempre più significativa”. Da qui l’idea di: “iniziare a valutare l’ipotesi di organizzare ospedali da dedicare solo ai malati Covid e allo stesso tempo, strutture per i pazienti non contagiati dove possono essere controllati, visitati e dove poter ricominciare le attività ospedaliere ordinarie”.
Coronavirus nel Lazio: il punto della situazione
Nel Lazio solo ieri si sono registrati 1.230 nuovi casi (con un incremento di 66 rispetto a martedì), 49 morti e 2.121 guariti. “Aumentano i casi, i decessi e le terapie intensive, mentre diminuiscono i ricoveri” – ha dichiarato l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato. Attualmente, sono 2977 i pazienti ricoverati in ospedale, 398 quelli in terapia intensiva.
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Stando ai dati dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali aggiornati al 14 aprile, nel Lazio la percentuale dei posti letto di terapia intensiva occupata da pazienti Covid è del 42% (soglia di rischio è del 30%). Per i posti letto di area medica afferenti alle specialità di malattie infettive, medicina generale e pneumologia la percentuale è del 46, contro la soglia di rischio del 40%. Valori che superano la soglia critica in entrambi i casi.